Il sistema a colori delle regioni ha ancora senso?

Il sistema a colori delle regioni sta per essere messo in soffitta. O perlomeno dovrebbe, stante le numerose dichiarazioni di esponenti del governo e amministratori locali. La parola d’ordine è: semplificazione delle regole. Soprattutto perché il contesto è cambiato e alcune restrizioni, secondo i presidenti delle regioni, non sono più valide a fronte dell’attuale situazione epidemiologica e dell’elevata percentuale di popolazione vaccinata.

In questa nuova fase di convivenza con il virus, l’obiettivo delle Regioni è quello di superare del tutto il sistema delle fasce a colori, nato ufficialmente il 6 novembre 2020. Sistema che prevede l’esistenza di quattro zone (bianca, gialla, arancione e rossa) e restrizioni diverse in base alla gravità della curva epidemiologica. Il tutto misurato tramite tre indicatori: incidenza dei nuovi casi settimanali su 100mila abitanti, posti letto occupati nelle terapie intensive e in area medica.

Ormai non c’è quasi più differenza tra zona bianca, gialla e arancione

La realtà è che, se non cambiano le norme, a fine gennaio la zona arancione è una certezza per molti territori. È vero che già oggi molte delle regole che valevano in una determinata fascia non sono più in vigore per chi ha il Super Green Pass. Del resto non sussiste alcuna differenza tra zona bianca, gialla, arancione per chi è in possesso della certificazione verde rafforzata. Discorso diversissimo per quanto riguarda la zona rossa: qua le limitazioni sono più grandi, naturalmente, sono quelle previste per la zona rossa.

Qua restano in vigore tutte le restrizioni previste in passato, incluso il divieto di spostamento anche all’interno del proprio Comune e il fatto che ristoranti e i bar devono restare chiusi. Inoltre In questa zona non ci sono differenze tra i possessori del Super Green Pass e di quello base. Tuttavia i presidenti di Regione vogliono assicurare massima possibilità di spostamento ed evitare nuove chiusure anche nelle fasce cromatiche migliori, con un alleggerimento delle restrizioni. Ecco perché il sistema a colori delle regioni sembra avere le ore contate.

La soluzione dettata dal ministro Speranza sul sistema a colori delle regioni

Si va verso una revisione nelle prossime ore: il governo ha infatti aperto alle richieste dei presidenti di Regione e il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha convocato un tavolo tecnico di confronto con i territori. Sottolineando come la vita della maggioranza degli italiani in questi mesi sia stata “senza grandi limitazioni”, Speranza ha annunciato il dialogo con le regioni “per affrontare le questioni che hanno proposto”. Anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ha aperto all’ipotesi di una revisione del sistema a colori delle regioni. “Il sistema di colorazione delle regioni è stato elaborato dal Ministero della Salute in accordo con le regioni in un’epoca diversa. Che si possa arrivare a una riconsiderazione è nella logica delle cose”, ha detto intervistato a Che tempo che fa su RaiTre.

Impostazioni privacy