L’articolo 41 bis è una disposizione dell’ordinamento penitenziario italiano che prevede una forma di detenzione più rigida delle altre, riservata a chi ha commesso dei reati connessi alla criminalità organizzata. Nasce per impedire a tali detenuti di restare in contatto con le associazioni di cui fanno parte. In riferimento al 41 bis si parla, generalmente, di “carcere duro”, espressione che rende difficile equivocare la natura rigorosa della pena.
Quali solo le limitazioni previste dall’articolo 41 bis?
I carcerati per i quali è possibile applicare l’articolo 41 bis trascorrono il periodo di detenzione in isolamento, senza contatti con gli altri detenuti. L’ora d’aria, concessa solo per alcune tipologie di reato, è solitaria e limitata a due ore al giorno. I colloqui con i familiari sono previsti, perlomeno in alcuni casi, ma sono limitati a un singolo incontro al mese, della durata di un’ora (eventualmente può essere sostituito da una telefonata). Inoltre, il detenuto e i suoi parenti sono separati da un vetro divisorio. La sorveglianza di chi si trova in isolamento è affidata a un reparto speciale del corpo di polizia penitenziaria, che non ha alcun contatto con gli altri agenti presenti nel carcere. Sono previste anche altre precauzioni: la posta del detenuto viene controllata con attenzione; nella camera di pernottamento può essere tenuto un numero limitato di oggetti e non è prevista l’inclusione nella rappresentanze dei detenuti e degli internati. Tuttavia non ci sono regole specifiche che normano la durata degli incontri con l’avvocato difensore o la loro frequenza.
Quanti detenuti sono sottoposti al “carcere duro” in Italia?
Al 31 ottobre 2022, i detenuti al 41 bis in Italia erano 728 (dato ufficiale fornito dal Ministero della Giustizia): 716 uomini e 12 donne. Si parla dell’1,3% del totale dei carcerati italiani, che nell’ultima comunicazione del dicastero erano 56mila. Il recente arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio 2023, ha portato a un incremento del numero dei detenuti sottoposti a regime di “carcere duro”.
Quasi tutti i detenuti al 41-bis hanno dei legami con delle associazioni mafiose, soprattutto camorra, mafia e ‘ndrangheta. Sono distribuiti in 12 carceri italiane. Al momento le strutture che ne ospitano di più si trovano a L’Aquila (dov’è prigioniero Messina Denaro) e a Milano Opera. Qui è stato trasferito l’anarchico Alfredo Cospito, che da quasi tre mesi sta portando avanti uno sciopero della fame proprio per protestare contro il regime di “carcere duro”. La natura di questa “ribellione” e l’aggravarsi delle sue condizioni di salute ha portato allo svolgimento di diverse manifestazioni in suo sostengo in tutta Italia.