La ‘Data X’ per il ritorno a scuola è il 1° settembre, e per il momento non ci sono eccezioni. È il Ministero dell’Istruzione, tramite una nota ufficiale, a confermare la riapertura per l’inizio del nuovo mese per il recupero degli apprendimenti. Il 14 settembre, invece, il via vero e proprio alle lezioni. “In questi mesi è stato fatto un importante lavoro per la ripresa che ha coinvolto tutti i Ministeri interessati, le Regioni, gli Enti locali, gli Uffici scolastici regionali, le scuole, con tutto il personale e i dirigenti scolastici, le parti sociali, le Associazioni di studenti, genitori“ si legge nel comunicato del Ministero.
Dal 24 agosto, inoltre, inizierà il servizio di help desk per gli istituti: le scuole potranno rivolgersi ad esso per chiarire ogni dubbio legato alla ripartenza. L’help desk sarà attivo dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Anche se i dubbi non mancano e l’aumento dei contagi su tutto il territorio nazionale fa paura, l’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna ha approvato il documento che indica le linee guida definitive per il rientro in classe. Il protocollo cerca soprattutto di fare chiarezza su come gestire possibili focolai negli istituti, “in una prospettiva di possibile circolazione del virus nei prossimi mesi” come ha indicato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro. Ecco come funzionerà il rientro in classe a settembre.
Le linee guida illustrano come si deve agire quando un alunno o un operatore della scuola (docente o personale Ata) presenta sintomi compatibili con il virus o comunque una temperatura superiore a 37,5 gradi. In tal senso, è specificato che sarà responsabilità dei genitori quella di misurare la febbre al proprio figlio ogni mattina. Tutti i plessi scolastici devono avere una stanza adibita esclusivamente all’isolamento dell’allievo in attesa dell’arrivo dei genitori o dei tutori legali. Solo un adulto, tenuto a indossare la mascherina chirurgica, può assistere l’allievo. Sarà responsabilità del genitore contattare il pediatra o il medico di famiglia, e responsabilità del medico stesso quella di richiedere il tampone alla Asl di riferimento.
Qualora dovesse essere confermata la positività di un alunno, dovrà essere valutata la possibilità di isolare tutti i compagni di classe e il personale venuto a contatto con il contagiato nelle quarantott’ore precedenti. Non è prevista la chiusura della scuola in presenza di un caso singolo. Il protocollo, però, demanda all’Asl la valutazione della situazione anche in base alla presenza di focolai nel territorio. Nel caso il contagiato sia un docente o un membro del personale Ata, si dovranno valutare i contatti del malato sempre andando indietro di due giorni. Il medico di riferimento deciderà per l’eventuale quarantena.
Ogni scuola, poi, dovrà nominare un referente che dialogherà con la Asl. Nei dipartimenti di prevenzione dovrà esserci un medico di riferimento per ogni istituto. In ciascun plesso dovrà esserci un registro in cui segnalare ogni spostamento di docenti e personale nelle classi. Dovranno inoltre essere indicate tutte le attività svolte da uno o più alunni all’esterno della propria aula. Attività comunque da limitare il più possibile.
“È stato necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a eventuali casi sospetti e confermati in ambito scolastico o che abbiano ripercussioni su di esso – ha dichiarato Brusaferro all’indomani dell’approvazione del documento -. Per affrontare le riaperture con la massima sicurezza possibile e con piani definitivi per garantire la continuità”.
“La necessità di riprendere le attività scolastiche è indicata da tutte le agenzie internazionali, tra le quali l’Oms. Si tratta di una priorità ed è tale anche per il nostro Paese” ha poi sottolineato il presidente dell’Iss.
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