Coronavirus, Sala: “È necessario ripartire ma con prudenza”

Nel video messaggio quotidiano diffuso attraverso i propri canali social da Palazzo Marino, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha parlato dei prossimi passi che la sua amministrazione, in collaborazione con le istutuzioni nazionali, intende fare per avviare la ripresa delle attività nel capoluogo lombardo nella cosiddetta Fase 2. “È necessario ripartire a Milano ma bisogna farlo con prudenza. Bisognerà analizzare come, a città più riaperta, il contagio si muoverà” ha detto.

Il colloquio con Giuseppe Conte

Il primo cittadino di Milano ha riferito il resoconto del suo colloquio con Giuseppe Conte, svoltosi nella serata di lunedì: “Abbiamo discusso del momento di Milano e dello spirito che anima la città. Non si tratta di voglia di ripartire, ma di necessità e prudenza. È necessario ripartire per tante ragioni. Provando a semplificare, Milano offre lavoro, opportunità di crescita personale e di guadagno, ma non neghiamo che si tratti di una città costosa, dall’affitto alla spesa. Quando in momenti positivi si trova equilibrio fra entrate e uscite nella famiglia tutto funziona, ma oggi a costi sostanzialmente inalterati molte famiglie cominciano ad avere difficoltà. Chi è in cassa integrazione, chi aveva un lavoro a tempo determinato e lo ha perso, chi vive della propria attività commerciale ora chiusa. A questo si unisce la preoccupazione per il futuro: pur riaprendo, quanto rischio c’è di perdere lavoro?”.

Ripartite dai dati ma non solo

“Per tutti questi motivi si rende necessario ripartire – ha aggiunto Sala -, ma non si può prescindere dalla prudenza. Bisognerà analizzare come, con la città più riaperta, si muoverà il contagio. A Conte ho detto che, qui a Milano, i cittadini li si ingaggia nella discussione sul loro destino, si cerca di essere trasparenti. Purtroppo i dati che abbiamo a disposizione non ci permettono di fare bene questa cosa”.

“Secondo i dati aggiornati a ieri, i deceduti a Milano per Covid sono 1.147, i contagi sono 7.867 – ha detto il sindaco di Milano –. Leggendo studi scientifici da tutto il mondo, l’indice di mortalità dovrebbe arrivare al massimo all’1%, qui siamo invece al 15% circa. Rimane questo il problema. Io voglio essere trasparente con i cittadini, voglio chiarire il percorso e avere elementi oggettivi, coinvolgendo il personale sanitario, per capire se il livello di rischio che ci prendiamo è effettivamente gestibile”.

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