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Coronavirus, Rezza: “Meno casi ma serve evitare le aggregazioni”

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“Questa settimana si osserva una leggera diminuzione dell’incidenza dei casi di Covid a livello nazionale. Questa, però, rimane elevata, oltre 450 casi per 100mila abitanti. Resta improntato alla prudenza, nonostante la curva dei contagi tenda ad appiattirsi, l’atteggiamento del Direttore generale del Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, intervenuto sulla situazione della pandemia di coronavirus in Italia.

Rezza: “Indice Rt si fissa attorno a 0,82”

“Addirittura in alcune aree del Paese, in controtendenza, si registra un incremento dell’incidenza stessa – aggiunge Rezza -. Rimane sopra la soglia critica il tasso di occupazione sia in area media sia in terapia intensiva. Nonostante una leggera riduzione dell’indice Rt che si fissa intorno allo 0,82, è necessario che i cittadini continuino a mantenere atteggiamenti estremamente prudenti. Serve evitare le aggregazioni. Allo stesso tempo, le autorità devono continuare a vigilare tenendo alto il livello di allerta“.

Le parole di Rezza anticipano quanto riportato dalla bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità relativo alla settimana che va dal 30 novembre al 6 dicembre 2020 (dati aggiornati al 9 dicembre 2020). Complessivamente, quindi, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in calo, passando dai 3.663 del 1° dicembre ai 3.345 del giorno dell’Immacolata.

Iss: “Mantenere livello di trasmissibilità coronavirus inferiore a 1”

Cala inoltre il numero di persone ricoverate in ospedale passando, nello stesso periodo, da 32.811 a 30.081. Come confermato da Rezza, però, il valore dell’incidenza dei contagi è ancora piuttosto alto ed è impossibile, al momento, fare previsioni su quando si potrebbe allentare le restrizioni anti-Covid in tutto il Paese.

Anche per l’Iss “l’incidenza rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile. Per questo motivo l’Istituto stabilisce la necessità di mantenere i livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale, consentendo una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, di conseguenza, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedalieri.

Redazione

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