Coronavirus, Politecnico: “Materne ed elementari potrebbero riaprire”

Il Politecnico di Milano rilancia il suo modello matematico per garantire il corretto distanziamento tra gli studenti e consentire così la riapertura in sicurezza delle scuole materne ed elementari. Lo fa, in particolare, all’indomani delle affermazioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte, che nella conferenza stampa di lunedì sera ha parlato di edifici chiusi a tempo indeterminato.

Un modello valido fino a sei mesi

Il professor Paolo Trucco spiega le condizioni in cui ipotizzare la sperimentazione del modello proposto dal Politecnico: “Il nostro è un modello valido da qui ai prossimi sei mesi – ha detto –, ed esclude al momento le scuole superiori e le università, concentrandosi sulle esigenze degli studenti più piccoli”.

“Per le scuole medie, elementari e materne, infatti, il discorso è diverso – afferma –. Lì il contatto con l’insegnante o la maestra non può essere abbandonato perchè alla lunga potrebbe impattare sulla vita delle persone e sulla sostenibilità delle regole che ci imponiamo in questa emergenza”.

“Togliere pressione alle famiglie”

Lo studio del Politecnico ha attirato l’attenzione di molte amministrazioni e della politica, secondo il professor Trucco: “Siamo stati contattati da realtà interessate a capire il nostro sistema. In Lombardia, ad esempio, riteniamo ci siano la volontà e lo spazio per ridurre o rilasciare alcuni vincoli e pressioni sui nuclei familiari.

“Lo studio ci consente di leggere in termini sistemici gli effetti di alcune decisioni su una serie di elementi – spiega ancora –, un’analisi di sistemi dinamici con cui vedere l’effetto delle decisioni prese in esame. In questo senso, aprire o tenere chiuse le scuole porta ad effetti diametralmente diversi sull’uso del tempo delle famiglie, sulla disponibilità al lavoro, sulla compresenza di persone in altri settori. Le nostre valutazioni tengono conto di effetti diversi su elementi diversi del sistema”.

Per il professor Trucco non c’è molto tempo per affrontare la discussione nelle sedi istituzionali: “È un tema che va affrontato al più presto, perché dobbiamo pensare già ora al prossimo anno scolastico, dovendo gestire la futura convivenza con il Coronavirus”.

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