L’impatto della cosiddetta ‘seconda ondata’ di contagi da coronavirus preoccupa ogni giorno di più le autorità nazionali e gli organismi sovranazionali di tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale della Sanità, in particolare, ha riferito che nella sola giornata di venerdì si sono registrati oltre 350mila nuovi contagi, oltre 10mila in più rispetto al precedente ‘record’.
I dati forniti dalla mappa mondiale monitorata dalla Johns Hopkins University confermano il preoccupante trend. In tutto il mondo, dall’inizio della pandemia, il Covid-19 ha colpito ad oggi oltre 36 milioni e 800mila persone, con oltre un milione di morti.
L’Europa nella morsa del coronavirus: oltre 100mila casi in 24 ore
Anche l’Europa sta vivendo una crescita esponenziale nel numero dei contagi. Per l’Oms, sono oltre 100mila i nuovi casi di Covid-19 rilevati nelle ultime 24 ore, per la precisione 109.749. Nelle ventiquattr’ore precedenti i contagi erano stato 98.904, l’11% in meno.
Complessivamente, il Vecchio continente vive ancora una situazione allarmante dalla quale non è possibile prevedere, almeno per il momento, una chiara via d’uscita. Francia, Spagna e Regno Unito hanno già iniziato a disporre nuovamente nuovi lockdown nelle zone con il maggior numero di contagi.
La situazione in Italia e le possibili misure di contrasto
Anche in Italia la situazione sta diventando sempre più complessa. Secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute, diffuso nel terdo pomeriggio di venerdì, i positivi sono aumentati di 5.372 unità (contro le 4.458 del giorno precedente), con 28 morti. I tamponi sono stati 129.471. La Lombardia ha registrato 983 casi, la Campania 769, il Veneto 595, la Toscana 483.
Il governo sta pensando, quindi, di accelerare il lavoro per il nuovo Dpcm che, stando a fonti riportate dal Corriere della Sera e da La Repubblica, dovrebbe contenere nuove misure per limitare gli assembramenti, con una stretta alle feste, pubbliche e private, e alle presenze nei locali, oltre al potenziamento dello smart working e alla possibilità di indicare ‘zone rosse’ circoscritte per ridurre l’impatto dei focolai.