Coronavirus, i dati Istat: mai tanti morti nel dopoguerra come nel 2020

Arrivano i dati sugli effetti del Coronavirus in Italia, e i numeri sono drammatici come e più rispetto a quanto ci si potesse aspettare. Ad analizzarli è il “Report Iss-Istat Impatto dell’epidemia covid-19” sulla mortalità totale della popolazione residente, valida per l’anno 2020. E in cui si evince che il numero dei decessi è stato di 746.146.

L’impatto del Coronavirus: i numeri dell’Italia

L’impatto del Coronavirus è stato devastante per l’Italia. L’Istat spiega infatti che il numero totale dei morti è superiore di ben 100.526 persone rispetto alla media 2015-2019. Non è tutto, perché il totale dei decessi del 2020 è stato il più alto mai registrato in Italia dal secondo dopoguerra. E anche le percentuali di aumento della mortalità sono da pelle d’oca, in particolare in alcune zone del Paese.

L’Istat ha infatti registrato un aumento della mortalità del 111,8% in Lombardia, la Regione più colpita dal Coronavirus sin dall’esplosione della pandemia sul suolo italiano. Nel resto del Nord Italia, invece, l’incremento dei morti tra marzo e maggio si attesta tra il 42% e il 47%. Solamente il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia registrano un eccesso più contenuto (+19,4% e +9%). Molto più bassa la media del Centro (+8,1%), dove però è da rimarcare il caso delle Marche (+27,7%).

La differenza tra nord e sud e tra prima e seconda ondata

In effetti anche i dati raccolti da Iss e Istat certificano la maggiore incidenza del Coronavirus nel Nord dell’Italia, con una mortalità per Covid del 14,5%. I numeri del Centro sono invece del 6,8% e quelli del Sud arrivano al 5,2%. La fascia d’età maggiormente colpita è quella tra i 65 e i 79 anni (+12,4%), seguita dagli over 80 (+9,6%) e i cittadini con un età compresa tra i 50 e i 64 anni (+9,2%). La percentuale di chi ha massimo 49 anni arriva invece al +4,6%.

Questi ultimi dati non sorprendono rispetto alla narrazione di questi mesi. Più sorprendenti quelli relativi al confronto tra prima e seconda ondata. L’Istat spiega infatti che, a partire dalla metà di ottobre, “diventano via via più evidenti gli effetti della seconda ondata sulla mortalità totale“. A dispetto di quanto generalmente percepito dalla cittadinanza, infatti, il Coronavirus è risultato fatale a più persone da ottobre in poi rispetto a quelle registrate nella primavera 2020.

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