“È stato un gesto naturale perché, come parte integrante di questa società, era il minimo che si potesse fare. Sappiamo che 15 mila euro è una cifra molto simbolica per quelle che sono le spese sostenute dal Sistema Nazionale Sanitario, però il nostro voleva essere un gesto simbolico di partecipare per sensibilizzare anche tutta la popolazione, per potere dare un piccolo contributo”. Così Said Hadine, rappresentante di una delle tredici moschee a Torino che hanno deciso di far partire una raccolta fondi a favore degli ospedali del capoluogo piemontese; la Comunità Islamica si stringe intorno a Torino per aiutare i cittadini nell’emergenza Coronavirus. “Oggi finalmente abbiamo concluso quella che è l’attività della raccolta fondi da destinare alla Città della Salute di Torino. Con oggi abbiamo ricevuto i fondi di raccolta sulla piattaforma GoFundMe e abbiamo fatto il bonifico. Abbiamo donato più di 15 mila euro”.
Ecco com’è partita la gara di solidarietà della Comunità Islamica di Torino contro il Coronavirus
Hadine racconta come è partita la macchina di solidarietà. “Questa iniziativa è stata promossa da 13 moschee della città di Torino, insieme all’Associazione per la promozione della Palestina, ed è cominciata all’inizio dell’emergenza Coronavirus. Abbiamo fatto qualche incontro sulle piattaforme online; ci riunivamo e facevamo le proposte. Si è deciso di iniziare con una donazione fissando un tetto massimo di 15 mila euro, per cui ogni moschea avrebbe partecipato con una somma di 500 euro e il tutto sarebbe stato promosso con i fedeli musulmani e non. Nel caso non fossimo arrivati a questo tetto, la differenza sarebbe stata aggiunta dalle moschee che avevano partecipato. È così è stato: quindi oltre alla somma dei 500 euro, ne sono stati aggiunti altri 200 per ogni moschea. Questa iniziativa”, conclude Hadine, “fa parte di una campagna che si chiama ‘Nuvole della misericordia’, che è rivolta alla cittadinanza per alleviare gli effetti del Coronavirus. In questa è compresa anche la raccolta fondi per la fornitura di generi alimentari per le famiglie che si trovano in difficoltà”.