Coronavirus, ‘Denuncia Day’ a Bergamo: “Giustizia per le vittime”

[scJWP IdVideo=”zFqhsdnS-Waf8YzTy”]

C’è chi ha perso il papà, la mamma o altri parenti stretti a causa del coronavirus, durante un’emergenza sanitaria che ha segnato la vita del Paese e della Lombardia in particolare, soprattutto nelle province di Bergamo e Brescia. Nella giornata di mercoledì i parenti delle vittime di Covid, riuniti nel comitato Noi denunceremo’, si sono ritrovati davanti alla procura di Bergamo per il ‘Denuncia Day’, appuntamento organizzato per chiedere alle istituzioni giustizia per chi non c’è più.

Un grido di denuncia accolto dalla stessa Procura di Bergamo i cui pubblici ministeri, secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera’, ascolteranno come persone informate sui fatti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. I pm indagano sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo all’inizio dell’emergenza. L’audizione potrebbe svolgersi anche a Roma.

“Vogliamo giustizia, non vendetta”

I racconti di chi si è ritrovato davanti al Palazzo di Giustizia di Bergamo sono strazianti: “In quattro giorni abbiamo perso padre e madre – raccontano due fratelli –. Non ha funzionato niente, dalla comunicazione con gli ospedali alle cure”. “Ho visto mio papà salire in ambulanza con le proprie gambe e poi l’ho rivisto all’interno di un’urna” dice una donna.

L’obiettivo comune, secondo i manifestanti, è la ricerca di verità e giustizia, non la vendetta: “Chi ha sbagliato è giusto che paghi – racconta un’altra partecipante all’iniziativa -. Siamo stati travolti inconsapevolmente da questo dramma e adesso vogliamo giustizia”.

Depositate le prime denunce, Procura già al lavoro

[scJWP IdVideo=”kF5hGhHa-Waf8YzTy”]

A confermare le intenzioni di ‘Noi denunceremo’ è il presidente e fondatore del comitato, Luca Fusco: “Lo scopo del ‘Denuncia Day’ davanti alla procura di Bergamo è quello di cercare la verità su quello che è accaduto in Lombardia e non solo, per poter identificare i responsabili e avere giustizia”.

“Abbiamo trasformato in reale qualcosa di virtuale – aggiunge Stefano Fusco, vice presidente del comitato –. I processi non si possono fare su Facebook, e noi non abbiamo intenzione: facciamo le nostre richieste nelle giuste sedi, davanti alla magistratura. In procura sono state depositate le prime cinquanta denunce di parenti di vittime del coronavirus. “Il filo conduttore di questi esposti è la mancata istituzione della zona rossa nel bergamasco” sottolinea Consuelo Locati, coordinatore legale del comitato.

Gestione cookie