“C’è un obbligo ontologico, ma anche una giustificazione economica che dovrebbero portare a assumere noi e non le imprese private. C’è uno sperpero di denaro pubblico”. Con queste parole Marcoflavio Cappuccio protesta, anche a nome di oltre 7mila persone risultate idonee dopo il concorso per infermieri organizzato lo scorso anno dall’ospedale Sant’Andrea, contro le scelte della Regione Lazio (cui la graduatoria è stata ceduta proprio dall’ente organizzatore del concorso) in materia di assunzioni nel settore infermieristico.
“Silenzio assoluto dagli enti coinvolti”
Gli infermieri idonei, secondo quanto denunciato da Cappuccio, si ritrovano da mesi bloccati in un limbo. “Abbiamo affrontato questo concorso bandito nel dicembre 2018, riaggiornato ad aprile 2019 e iniziato a giugno – spiega -. C’erano 30mila candidati all’inizio, dopodiché in 14mila sono arrivati alla prova orale. Siamo stati in 7.472 a superare la prova, ma dopo l’uscita della graduatoria ufficiale ci siamo ritrovati davanti al silenzio assoluto da parte sia del Sant’Andrea sia della stessa Regione Lazio”.
“Proprio nel Lazio sono dieci, anzi quindici anni che i servizi infermieristici vengono appaltati a cooperative e agenzie di lavoro interinale – prosegue Cappuccio -. Questo non potrebbe essere fatto perché la giurisprudenza ha specificato, sia in passato sia in tempi più recenti, che il core aziendale, nello specifico i servizi infermieristici e medici, non possono essere appaltati. La regione, invece, ha bloccato lo scorrimento delle graduatorie e nel frattempo continua a assumere persone dalle cooperative”.
La richiesta degli infermieri idonei
La richiesta di Marcoflavio Cappuccio è quella di un incontro con l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, per chiarire la situazione e ottenere garanzie sull’esaurimento della graduatoria. “Con la pandemia, dopo il Dpcm, ci sono state assunzioni straordinarie, ma in surplus e a tempo determinato, quindi noi che avevamo superato un concorso per il tempo indeterminato siamo stati chiamati solo per dodici mesi – sostiene Cappuccio -. Noi chiediamo che si metta per iscritto, nero su bianco, anche assieme alle organizzazioni sindacali e a noi come movimento ‘dal basso’ degli infermieri idonei, che questa graduatoria sia estinta o al massimo venga prorogata”.