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La zona rossa non istituita a Nembro e Alzano Lombardo continua a rappresentare una faccenda spinosa negli equilibri tra maggioranza e opposizione, tra governo centrale e amministrazioni locali in Lombardia. E le polemiche sono divampate ulteriormente dopo che il verbale del 3 marzo, prodotto dal Comitato Tecnico Scientifico, è stato desecretato. Erano state infatti richieste “misure restrittive” per i due centri della bergamasca, poi divenuti il principale focolaio italiano del Coronavirus nel corso dell’inverno. E Giuseppe Conte ha voluto spiegare in conferenza stampa ciò che avvenne realmente in quelle difficili ore.
La ricostruzione del Premier dal 3 marzo in poi
Il tutto nasce dal famoso verbale del 3 marzo. E da questo momento parte la ricostruzione di Conte: “Il 3 marzo viene prodotto il verbale del Cts. Io ne vengo a conoscenza il giorno 5, quando perviene al segretario generale della Presidenza del Consiglio. A margine del Consiglio dei Ministri del giorno 5, con i ministri competenti facciamo una valutazione su questa richiesta. La proposta è di adottare una cintura rossa per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro“.
Il governo decide quindi di confrontarsi direttamente con il Comitato Tecnico Scientifico. Conte spiega: “A quel punto maturiamo la convinzione di chiedere un approfondimento al Cts. Lo chiede il ministro della Salute a Brusaferro. Che, molto velocemente, la sera del 5 elabora un parere e lo invia al ministro della Salute. Quest’ultimo, a notte inoltrata, lo manda anche a me. Io e il ministro ci confrontiamo immediatamente, lui il giorno dopo era a Bruxelles. Gli anticipo che sarei andato io al Cts il giorno dopo“.
Il dubbio di Conte, il ripensamento del Cts
E il giorno dopo, Conte evidenzia un aspetto che porta all’attenzione del Cts: “Avevamo predisposto la zona rossa, ma avevamo un dubbio. In una situazione ormai compromessa dal punto di vista della curva epidemiologica, che senso aveva introdurre la zona rossa solo per Alzano e Nembro? Con me alla protezione civile c’era anche il segretario generale della presidenza del Consiglio. Io pongo questa questione: non è forse il caso di pensare già a misure più radicali? Da questo dialogo nasce un supplemento di riflessione del Cts, che la mattina del 6 dispone dei dati aggiornati del 5. Io mi allontano e li lascio liberi di valutare, così loro rivedono la loro posizione“.
Da qui la decisione finale, con le conseguenze che poi si sono viste. “Il parere del Cts è del 7, e in poche ore ci confrontiamo con i ministri e gli enti locali e io tra le due e le tre di notte firmo il nuovo Dpcm. Che istituisce la zona rossa per tutta la Lombardia“, ha concluso il premier Conte.