Colleferro, il legale dei fratelli Bianchi: “Non hanno toccato Willy”

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“I fratelli Bianchi hanno respinto ogni addebito. Abbiamo già preannunciato al giudice che domani mattina depositeremo altre testimonianze. I Bianchi non erano presenti sul posto, non hanno partecipato alla rissa”. Sono queste le parole di Massimiliano Pica, avvocato di Mario Pincarelli e dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, tre dei quattro accusati (assieme a Francesco Belleggia) dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro.

L’avvocato Pica: “Prove incoerenti, racconto diverso dalla realtà”

“Le prove che sono state portate non sono coerenti con le nostre – ha spiegato il legale, dopo l’interrogatorio di martedì, davanti ai cronisti -. È stato fatto un racconto completamente diverso dalla realtà da parte dei testimoni. L’avvocato Pica ha affermato poi che le stesse testimonianze dell’accusa sarebbero smentite anche dalle riprese della telecamera di sorveglianza fuori dal locale di Colleferro.

“Il fatto è iniziato sulle scalette del locale, tra due persone, una delle quali ha dato uno schiaffo per non aver gradito un apprezzamento – ha detto il legale dei fratelli Bianchi e di Pincarelli -. Poi si è protratto vicino all’edicola. Erano presenti altre persone. I Bianchi sono arrivati dopo, erano stati chiamati dagli amici per accompagnarli a casa. Arrivati sul posto hanno visto la rissa e sono intervenuti per cercare di dividere le persone coinvolte”.

“Aggravante razzismo? No, contestato omicidio preterintenzionale”

Il legale dei fratelli Bianchi ha poi smentito categoricamente l’aggravante del razzismo: “Nessuna aggravante legata al razzismo, si contesta l’omicidio preterintenzionale. Entro questa sera o domani conosceremo ulteriori dettagli. Anche il nostro altro assistito (Pincarelli, ndr) era presente ma non ha assolutamente toccato il ragazzo”.

All’avvocato Pica è poi stato chiesto chi siano gli esecutori materiali dell’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte: “Non fatemi questa domanda perché non lo so – ha detto -. Non sono stati i miei assistiti. Noi semplicemente porteremo davanti al giudice i testimoni, racconteranno cosa hanno visto quella sera”.

“L’autore del primo schiaffo? Non è Pincarelli. I miei assistiti sono distrutti perché sono accusati di omicidio e sostengono di non essere i responsabili. Anche le loro famiglie sono distrutte” ha concluso il legale.

Giuseppe Conte interviene sui fatti di Colleferro: “Sono scioccato”

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Anche il mondo delle istituzioni è scosso dai fatti di Colleferro. Da Beirut, capitale del Libano, dove si trova in visita ufficiale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è detto “scioccato” dall’omicidio del 21enne. “Ho preferito parlare con i genitori del ragazzo prima di rilasciare dichiarazioni – ha detto il premier -. Da una parte volevo far sentire la vicinanza di governo e istituzioni, dall’altra tenevo a non essere invasivo“.

“Non spetta a me farmi carico delle investigazioni giudiziarie – ha aggiunto Conte -. Se ci sarà o meno l’aggravante razziale lo scopriranno i magistrati. Come responsabile politico del governo non mi sento di chiedere una punizione esemplare. Affido all’autorità giudiziaria il compito di accertare con precisione le responsabilità e di statuire le giuste condanne“.

“Dobbiamo fermarci a riflettere – ha poi dichiarato il capo del governo -. Io ho un figlio di 13 anni: devo dirgli di non intervenire se assiste a una lite? Dobbiamo comprendere i messaggi da trasmettere ai nostri figli. Willy voleva sedare una rissa, contro di lui si è scatenata una cieca violenza: interroghiamoci su questo”.

Morra (commissione Antimafia): “Derive inquietanti”

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A lanciare un allarme su quelle che ha definito “derive inquietanti” è inoltre il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra: “Invece di pensare al Mes, questo Paese dovrebbe pensare a derive che si stanno accentuando. Sono rimasto colpito dalla vicenda di Colleferro. Le immagini sui social di questi ragazzi sono immagini inquietanti”.

“Tutti noi dovremmo domandarci se certi modelli che anche i media esaltano siano giusti – ha chiosato Morra -. Ostentare la forma fisica, tatuaggi, palestra, o le banconote come hanno fatto quei carabinieri di Piacenza che hanno disonorato l’Arma, mi rinvia a costellazioni valoriali che nulla hanno a che fare con la nostra Costituzione.

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