Piacenza, sequestrata una caserma dei Carabinieri: sette arresti

Terremoto giudiziario a Piacenza: per la prima volta in Italia un’intera caserma dei Carabinieri è sotto sequestro. È un’inchiesta a tratti senza precedenti quella condotta dalla Procura della Repubblica di Piacenza, nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza in collaborazione con la Polizia. Il risultato è l’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare per i militari di una caserma della stazione Levante, in via Caccialupo (non lontano dal Duomo di Piacenza), ora sequestrata. Dei sette carabinieri arrestati su ordine della procura di Piacenza alcuni sarebbero stati portati in carcere. Altri, invece, si troverebbero agli arresti domiciliari.

Il gip parla di un “romanzo noir” a proposito della caserma dei Carabinieri di Piacenza

L’indagine avrebbe scoperchiato anni di illegalità. A guidare l’inchiesta il nuovo procuratore della Repubblica Grazia Pradella. Sotto la lente ci sono reati commessi a partire dal 2017 fino ad oggi, anche in epoca di lockdown. Secondo quanto riportato dal procuratore della Repubblica in conferenza stampa, le accuse sono di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica.

Oltre ai carabinieri sono state arrestate altre 12 persone. I ‘protagonisti’ sono al centro di quello che pare più un “romanzo noir” che una vicenda reale, come dice il gip Milani, che ha ordinato gli arresti. Tra i vari episodi ci sono anche appropriazioni di droga e il pestaggio di un cittadino arrestato ingiustamente e accusato di spaccio di droga attraverso prove false, costruite ad arte per poter giustificare l’arresto. L’inchiesta nasce dalla segnalazione di un ufficiale dei carabinieri che è stato in servizio a Piacenza. Questi, a quanto pare, si sarebbe ribellato ai colleghi, denunciando i fatti ai magistrati.

“Atteggiamento in stile Gomorra”

“Faccio un po’ fatica a definire questi soggetti dei carabinieri. Non c’è stato nulla o quasi nulla di lecito, per quello che abbiamo potuto percepire” ha detto la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella, in conferenza stampa. Secondo gli accertamenti della procura piacentina, “solo un militare” della caserma sotto inchiesta non sarebbe “allo stato” coinvolto. “I fatti sono di estrema gravità ma non intaccano la fiducia che la procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell’Arma dei carabinieri – ha aggiunto –. Quello che la Procura deve chiedersi e che deve chiedersi anche l’Arma è come sia stato possibile che un appuntato dei carabinieri con un atteggiamento in stile Gomorra abbia acquisito tutto questo potere”.

Guerini: “Episodi inauditi e inqualificabili”

Il ministro della difesa Lorenzo Guerini ha commentato con grande amarezza quanto emerso dalle indagini. Accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili – queste le parole del ministro riportate dall’Ansa -. Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, che invece è composta da 110mila uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle istituzioni al fianco dei cittadini. Sono loro il volto della legalità, a ciascuno di loro oggi esprimo la più profonda riconoscenza e vicinanza”.

“Da subito sia l’Arma dei Carabinieri che il Ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinché si faccia completa luce sulla vicenda – ha aggiunto Guerini -. Il Comandante Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto”.

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