Tre delle quattro persone arrestate per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso nel corso di una rissa a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorsi, restano in carcere. Il gip di Velletri ha convalidato l’arresto per concorso in omicidio preterintenzionale per tutti e quattro gli accusati per la morte del giovane. Si tratta dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. A quest’ultimo, che ieri nel corso dell’interrogatorio di garanzia avrebbe detto di avere visto uno dei fratelli Bianchi colpire Willy, il giudice ha concesso gli arresti domiciliari.
L’accusa per i quattro è di aver ucciso a calci e pugni il giovane di 21 anni che abitava con la famiglia a Paliano, un centro poco distante, e lavorava come aiuto cuoco in un albergo di un altro centro vicino, Artena, dal quale provengono le persone arrestate.
L’ordinanza del gip prova a ricostruire i fatti attraverso le testimonianze dirette.”Willy era steso a terra, in 4 o 5 lo colpivano a calci e pugni” sono le parole di un amico della vittima. “Visto quanto fosse acceso il diverbio e l’inizio di qualche spintone tra Federico e i due ragazzi mi avvicinavo a loro e precisamente cercavo di dissuadere Willy dall’interessarsi alla vicenda – racconta un altro testimone –, aggiungendo che ritenevo opportuno andarcene a casa. Willy mi assecondava e ci in camminavano verso la sua auto, una Fiat Punto di colore grigio parcheggiata a pochi metri da dove ci trovavamo”.
“Senza che io e Willy potessimo accorgerci di ciò che stava accadendo venivamo aggrediti da alcuni ragazzi – prosegue il testimone –, tra i quali riconoscevo subito i due che stavano poco prima discutendo con il Federico amico di Willy. Ricordo l’immagine di Willy steso per terra e i ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima”.
“Tutte le mie richieste finivano nel vuoto tanto che io stesso venivo colpito da calci e pugni sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy – conclude il testimone -. Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione, ma posso dire che la violenza dei colpi (…) era inaudita”.
Nel frattempo trapelano le prime parole della testimonianza di Francesco Belleggia. Frasi riportate da Ansa, che cita l’ordinanza del gip che ha convalidato gli arresti. Per Belleggia, gli altri tre accusati “picchiavano selvaggiamente chi era sul posto”. Poi avrebbero colpito Willy “repentinamente con un calcio al torace“.
Secondo la ricostruzione, i fratelli Bianchi, Pincarelli e un altra persona erano arrivati sul posto chiamati da un amico a causa di una pesante lite tra alcuni amici di Willy e Belleggia. Il motivo era un apprezzamento sgradito nei confronti di una ragazza. I tre arrivarono a lite sedata ma, come testimonia lo stesso Belleggia, scendendo dal Suv avevano iniziato a “picchiare selvaggiamente” chiunque capitasse a tiro. Per poi infierire su Willy.
Nelle scorse ore Massimiliano Pica, avvocato di Mario Pincarelli e dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, aveva respinto ogni addebito: “I Bianchi non erano presenti sul posto, non hanno partecipato alla rissa”. Secondo Pica “le prove portate non sono coerenti con le nostre. È stato fatto un racconto completamente diverso dalla realtà da parte dei testimoni”. Questo perché i Bianchi sarebbero arrivati dopo il fatto che “è iniziato sulle scalette del locale, tra due persone, una delle quali ha dato uno schiaffo per non aver gradito un apprezzamento”. I due “erano stati chiamati dagli amici per accompagnarli a casa. Arrivati sul posto hanno visto la rissa e sono intervenuti per cercare di dividere le persone coinvolte”.
Per ricordare il giovane ucciso a Colleferro, il comune di Paliano, insieme ai ragazzi del paese, ha organizzato per questa sera alle 21 una fiaccolata in ricordo di Willy. L’appuntamento è alle ore 21 in piazza XVII Martiri, al municipio.
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Anche il mondo religioso si è unito al dolore per i fatti di Colleferro. “È tragico, inconcepibile, così come è inconcepibile dire che è stato fatto perché straniero. Va contro la civiltà, è una considerazione non civile – ha dichiarato in merito monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino -. Dobbiamo tenere presente che ogni persona è un dono, persone come lui poi ancora di più. Purtroppo però è sempre così quando c’è uno straniero. In Italia ci sono tante situazioni simili, quando è uno straniero si discrimina ulteriormente”.
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