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Gli strascichi della pandemia, la situazione in Ucraina e l’instabilità geopolitica stanno colpendo duramente diversi settori dell’economia italiana. Fra quelli che maggiormente stanno soffrendo c’è sicuramente il settore agricolo. Secondo uno studio di Coldiretti, infatti, almeno 100mila aziende rischiano la chiusura, come confermato da Matteo Foi, allevatore e membro del consiglio della Coldiretti di Milano.
“Conosco tante aziende che rischiano di chiudere – spiega -. Il caro dei mangimi e dell’energia è divenuto ormai insostenibile per la nostra filiera. Dare da mangiare a una bovina da latte costa, ogni giorno, circa dieci euro, rispetto ai sette di solo un anno fa. Quelli che non chiudono e accettano di lavorare in perdita saranno costretti a diminuire il numero degli animali, e quindi i guadagni, una volta finite le loro scorte”.
Coldiretti: più di un’azienda agricola su dieci rischia cessazione immediata dell’attività
Secondo Coldiretti, l’11% delle aziende agricole è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività; mentre il 30% del totale nazionale si trova comunque costretto a lavorare in una condizione di reddito negativo. E l’impatto non si limita al fronte produttivo, ma anche su quello occupazionale, ambientale, della biodiversità e della gestione dei territori.
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Le stime dell’associazione di categoria, basate su dati Crea, parlano di aumenti che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Gli incrementi dei costi correnti sono in media di oltre 15.700 euro; ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli.