L’orso M49 è stato catturato. Il Corpo forestale provinciale ha comunicato infatti l’avvenuta cattura di dell’animale, protagonista di ben due fughe dal recinto del Casteller. L’ultima delle quali a fine luglio. L’operazione è stata portata a termine nella zona del Lagorai, dove l’animale si trovava nell’ultimo periodo, mediante una trappola a tubo già utilizzata in passato per lo stesso esemplare.
La fuga di M49 era avvenuta lo scorso 27 luglio, a un anno dalla prima ‘evasione’, del 15 luglio 2019. L’orso era stato ricatturato il 28 aprile. Diversamente dalla prima fuga, durante la quale il plantigrado (munito di radiocollare) si era arrampicato lungo la rete di recinzione, questa volta M49 aveva invece divelto la rete elettrificata, che era stata attrezzata appositamente per evitare ulteriori fughe. Ad accorgersi dell’accaduto era stato il personale di guardia del recinto che, nonostante il fatto sia accaduto al di fuori del campo coperto dalle telecamere, aveva notato come il segnale del radiocollare ad un certo punto partiva dall’esterno del recinto.
L’inizio della vicenda di M49
M49 fa parlare di sé fin dal giugno del 2019: nella Val Rendena, infatti, si è reso protagonista di numerose incursioni nelle vicinanze di malghe di montagna. L’orso viene avvistato e descritto come un giovane esemplare maschio, “intelligente e coraggioso”, che non esita a spaccare finestre e provare ad abbattere porte per portare via qualche provvista. Essendo dotato di radiocollare, la forestale della provincia autonoma di Trento ha contato 16 tentativi di intrusione in tre mesi. Fino a quando non avviene un incontro troppo ravvicinato con un pastore il quale, per allontanarlo, spara con una carabina. È l’inizio della caccia all’orso.
Il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva firmato l’ordinanza di cattura dell’animale. La provincia di Bolzano fece altrettanto. Il caso finì sulle prime pagine e preoccupa le associazioni in difesa degli animali, tanto da smuovere il ministro dell’ambiente Sergio Costa a diffidare pubblicamente le autorità locali dall’abbatterlo.