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Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3, dal 2019 è sotto indagine per il salvataggio di migranti in mare. Ora, in un video postato sui social, ha annunciato che il gip di Agrigento ha accolto la richiesta di archiviazione per una delle due accuse che le sono state mosse dall’Italia. Ma in questa occasione si è soffermata anche su altri dolorosi temi di attualità.
Carola Rackete e l’archiviazione: “Questione comunque complessa”
Nella clip, infatti, Carola Rackete parla anche di solidarietà. “Non solo nei confronti di chi ci somiglia“, spiega. E pensa a palestinesi, ai migranti di Ceuta e ai ragazzi della Al Hilbu. La questione di partenza, però, riguarda come detto l’Italia e il Mar Mediterraneo.
Ad illustrare la novità è proprio Carola Rackete, che ha fatto il punto sulla vicenda processuale che la riguarda. “Oggi il gip di Agrigento ha accolto la richiesta di archiviazione di una delle due accuse nei miei confronti, ancora aperte in Italia come risultato delle operazioni di salvataggio della Sea Watch 3 a giugno 2019. Ad ogni modo, quella del salvataggio in mare è una questione complessa per la giustizia“, ha spiegato.
L’appello: “Solidarietà per chi ne ha bisogno e attenzione dai media”
“Si tratta di una questione che ha anche un lungo percorso passato, non solo futuro. La solidarietà non dovrebbe essere solo per le persone che ci assomigliano e con le quali abbiamo qualcosa in comune. Ma per chi ne ha più bisogno – ha aggiunto Carola Rackete –. Tutte queste altre persone soffrono per la discriminazione sistematica. Come le persone in Palestina o chi ha raggiunto Ceuta a nuoto ieri. Persone alle quali i tank hanno sparato oggi“.
“Persone come i ragazzi salvati dalla Al Hilbu, e che ora sono a processo a Malta. Spesso i media non fanno attenzione a cosa stiamo facendo e non danno loro importanza. Ma è comunque importante per noi fare la cosa giusta“, ha concluso Carola Rackete nel suo intervento sui social.