[scJWP IdVideo=”2TB2i0TK-Waf8YzTy”]
“Non volevamo più rimanere da soli. Per questo dopo la fine del primo lockdown, è nata questa proposta: trovarci ed isolarci, ma insieme“. Così Leonardo, uno dei ragazzi nella “bolla” dell’oratorio di Biumo Inferiore racconta l’idea che ha portato 22 ragazzi, tra i 16 e 18 anni, a vivere in comunità da 24 giorni.
Biumo Inferiore: perché la “bolla” nell’oratorio
“L’idea è nata durante l’estate, quando era finito il primo lockdown. Noi avevamo voglia di stare di nuovo assieme, perché avevamo passato un po’ di mesi da soli. Quindi la proposta è stata di trovarci a stare tutti insieme anche nel periodo successivo. Tanto saremmo dovuti rimanere a casa con il nuovo lockdown. In questo modo non ci sentiamo soli e annoiati nelle nostre case. E sta andando veramente bene. Ogni tanto c’è qualche minima discussione, ma questo può capitare“, aggiunge Leonardo in collegamento dalla “bolla” di Biumo Inferiore.
“Questa non è una protesta, ma un modo per mantenere il diritto alla socialità. L’idea era quella di cercare una proposta da sperimentare per dare un segnale. Non aggiriamo la legge, non cerchiamo escamotage“, spiega Don Gabriele, parroco della comunità pastorale di Varese che ha aiutato i ragazzi di Biumo Inferiore in questa “impresa”.
Come proseguirà l’avventura
“Alla fine come potremmo vivere la comunità, visto che questo è il nostro obiettivo specifico, in un momento in cui se si vogliono rispettare le regole bisogna isolarsi completamente? Questa è la bellezza della loro domanda originale – spiega ancora Don Gabriele parlando dei giovani della parrocchia di Biumo Inferiore –. Non c’è nessun desiderio di infrangere le regole. Noi esercitiamo uno strumento per conservare quel diritto alla socialità che rappresenta la base di questo progetto“.
“Il Covid? Ogni tanto ne parliamo e sappiamo cosa accade fuori“, aggiungono Alessandro e Riccardo. “Ma preferiamo goderci questi momenti spensierati“. L’avventura giungerà al termine per la domenica delle Palme. Quel giorno tutti a messa a Biumo Inferiore. E poi “forse un blog o altre iniziative per raccontare la nostra avventura. Qualcuno la ritiene una pazzia“, conclude Don Gabriele. “Per noi è stato importante viverla, e speriamo possa essere replicata“.