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“I rapporti con Mariano Cannio erano di estrema tranquillità, tanto è vero che lavorava anche a casa di altri familiari legati ai Gargiulo. Ieri è iniziato l’esame autoptico e ci vorranno 30 giorni per i risultati. Potete immaginare quali possano essere le richieste effettuate dal Ministero, aspettiamo”. Così l’avvocato Domenico De Rosa, legale della famiglia di Samuele Gargiulo, il bimbo di soli quattro anni che venerdì scorso a Napoli è morto cadendo nel vuoto dal terzo piano dell’abitazione in cui viveva nel Rione Sanità.
“La famiglia non si è fatta un’idea sull’accaduto e non cerca né vendetta né soluzioni catastrofiche, vuole solo la verità. Chiaramente chiede anche rispetto da parte della stampa per questo momento di estremo dolore”, ha aggiunto il legale parlando con i cronisti. Per l’omicidio del piccolo Samuele è attualmente sotto custodia cautelare il domestico della famiglia, Mariano Cannio. Quest’ultimo davanti al gip avrebbe ammesso le sue responsabilità. Secondo la ricostruzione, l’uomo si sarebbe sporto dal balcone con il bimbo in braccio, per poi lasciarlo precipitare nel vuoto.
Bimbo morto, il legale: “Cannio? Mai dato segni di squilibrio”
“I genitori non hanno nessuna responsabilità, neppure di carattere morale, circa l’accaduto – ha proseguito De Rosa -. Non hanno lasciato il figlio nelle mani di una persona che non sta bene, cosa che alla famiglia non risultava affatto”. Circa le pressioni subite dai cronisti (uno avrebbe anche ricevuto degli schiaffi) sul luogo della trageda, che hanno spinto il sindacato dei giornalisti a diffondere un comunicato per stigmatizzare l’accaduto, il legale ha precisato che il “picchetto” che allontana la stampa “non è certamente composto da familiari di Samuele. La famiglia chiede solo che venga di rispettato il loro dolore e anche il lavoro dei giornalisti, quello della Procura e pure quello dell’avvocato di Cannio”.
In merito al video del bimbo, pubblicato e poi rimosso dai social nei giorni scorsi, De Rosa ha fatto sapere che si tratta di immagini completamente scollegate dalla tragedia. Risalirebbero, infatti, ad almeno due anni fa. L’avvocato ha anche voluto sottolineare che i buoni rapporti tra la famiglia Gargiulo e Cannio, che non ha “mai dato segni di squilibrio. Anzi – ha concluso -, il senso di riservatezza e di tranquillità che mostrava era un motivo in più per continuare a trattarlo come una persona alla quale affidare le pulizie in presenza di una signora incinta e di un bimbo di quattro anni”.