Iniziato e subito rinviato al prossimo 8 maggio il processo davanti alla Corte d’Assise di Milano a carico di Alessia Pifferi, la 37enne in carcere da luglio scorso con l’accusa di aver lasciato morire di stenti da sola in casa la figlia Diana di quasi un anno e mezzo. La donna, difesa da una nuova legale, l’avvocato Alessia Pontenani, rischia la condanna all’ergastolo. È stato proprio il cambio di avvocato a far slittare l’udienza all’8 maggio. Pontenani, infatti, ha chiesto una maggior quantità di tempo per preparare la strategia difensiva alla luce della “delicatezza e complessità del procedimento“.
La morte di Diana Pifferi
La piccola Diana è morta di stenti a quasi 18 mesi nel luglio 2022, dopo essere stata abbandonata per sei giorni nell’appartamento del quartiere Ponte Lambro nel quale viveva. Sua madre, Alessia, è accusata di omicidio volontario. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donne avrebbe lasciato la bambina “priva di assistenza e assolutamente incapace, per la tenerissima età, di badare a se stessa, senza peraltro generi alimentari a sufficienza e in condizioni di palese ed evidente pericolo per la sua vita, pure legale alle alte temperature del periodo“. Dopo essersi chiusa la porta dell’appartamento alle spalle, Alessia sarebbe andata dal compagno in provincia di Bergamo. Un’eventuale perizia psichiatrica potrebbe aiutare a comprendere meglio la natura del suo comportamento e appare probabile che la difesa possa seguire proprio questa strada.
Bimba morta di stenti, la zia: “Mia sorella Alessia deve pagare”
In aula era presente anche Viviana Pifferi, la sorella di Alessia, e indossava una maglietta con stampata la foto della nipote. “Diana era la bambina più bella del mondo, non si meritava tutto questo, lei deve pagare per ciò che ha fatto” ha dichiarato la donna, che sarà parte civile nel processo contro la sorella.