Bergamo, Cristina Longhini contro il post del giornalista di Libero

[scJWP IdVideo=”lxd2wBuX-Waf8YzTy”]

In un post pubblicato su Twitter martedì, successivamente rimosso, il giornalista di Libero Tommaso Montesano ha paragonato le foto dei mezzi militari che hanno trasportato i feretri delle vittime del Covid fuori da Bergamo nel 2020 al falso comunicato delle Br che depistò le indagini per il sequestro di Aldo Moro. “Le bare di Bergamo stanno al COVID19 come il lago della Duchessa sta al sequestro #Moro“, si leggeva nel Tweet. Un paragone che non è passato inosservato e ha sollevato delle accesissime polemiche. Il giornalista ha provato a giustificarsi, dichiarando di essere stato “gravemente equivocato“. La sua intenzione era quella di tracciare un “semplice parallelismo“.

Cristina Longhini: “Mio padre era su uno di quei carri. Denunceremo il giornalista di Libero”

Ora Cristina Longhini, figlia di una delle vittime del Covid trasportate sui mezzi militari, vuole denunciare Montesano. “Mio padre era su uno di quei carri. Sappiamo tutti che in quel periodo il sistema sanitario era collassato, così come il sistema cimiteriale. C’erano dieci città che si erano messe a disposizione con i loro forni crematori perché quelli di Bergamo erano allo stremo e il numero di bare nella chiesa di Seriate era incredibile“. Questo è il quadro descritto dalla donna, farmacista e membro del comitato Noi Denunceremo. “È una cosa vergognosa cercare pubblicità su questa tragedia“, aggiunge Cristina attaccando il post del giornalista di Libero. “Lo denunceremo e spero sia radiato dall’ordine“.

Gestione cookie