AstraZeneca, la 18enne morta a Genova scuote virologi e politici

Il caso di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante (Genova) morta dopo essere stata ricoverata per una trombosi a seguito del vaccino anti-Covid di AstraZeneca, sta scatenando una serie di polemiche all’interno del mondo della scienza e della politica. Il virologo Roberto Burioni è durissimo e interviene così su Twitter “riguardo all’incredibile silenzio di AstraZeneca sulla sicurezza del suo vaccino”.

“Un’azienda che nel 2019 ha fatto 3,144 miliardi di dollari di utile (AstraZeneca) assiste incredibilmente inerte alla polverizzazione della propria reputazione. Potremmo fregarcene se non fosse un problema per la sanità pubblica. Invece non possiamo permetterlo. La politica deve agire.

Il docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano osserva che “talvolta le priorità di una immensa multinazionale non coincidono con quelle della sanità pubblica. È compito della politica ripristinare questa necessaria coincidenza con adeguati provvedimenti”, esorta Burioni. Lo scienziato ribadisce la necessità di aderire alla vaccinazione anti-Covid con fiducia. Commentando in un altro tweet un post del presidente americano Joe Biden (“I vaccini Covid-19 sono gratuiti. Fatevi vaccinare, gente”) Burioni twitta: “anche da noi. Salvano la vita, sono sicuri e gratuiti. Vaccinatevi anche se alcuni inetti vi stanno spaventando”.

Toti e l’invito a non fare sciacallaggio sulla ragazza morta a Genova per AstraZeneca

Dall’altra parte della ‘barricata’ della polemica c’è, per l’appunto, la politica. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, invita a “non fare sciacallaggio” sulla morte dopo il vaccino AstraZeneca della 18enne Camilla Canepa a Genova. “La possibilità di utilizzare AstraZeneca per tutti su base volontaria non è un’invenzione delle Regioni o di qualche dottor Stranamore: è suggerimento che arriva dai massimi organi tecnico-scientifici per aumentare le vaccinazioni, e quindi evitare più morti”. Toti invita tutti alla “responsabilità” e alla “chiarezza”: “A medici e scienziati spetta stabilire l’eventuale nesso tra vaccino, altri farmaci assunti e tutte le circostanze che hanno portato a questo tragico evento”.

L’ex eurodeputato sottolinea che “al Ministero della Salute, all’Agenzia del Farmaco, all’Istituto di Sanità, al Comitato tecnico scientifico spetta la responsabilità di dire una parola chiara, definitiva e irreversibile sull’uso di AstraZeneca. Un siero che ha cambiato almeno cinque volte in tre mesi la sua destinazione: solo sotto i 50 anni, poi sospeso, poi solo sopra i 60, poi per tutti”. Toti poi conclude. “Si ritiene di fare a meno di AstraZeneca, pur rallentando le vaccinazioni, perché è considerato troppo rischioso? Lo devono dire gli scienziati a Roma, una volta per sempre. Responsabilità e chiarezza. Per fare in modo almeno che questa drammatica morte non sia stata vana.

L’atteso parere del Cts e il nodo del richiamo agli adolescenti

Nel frattempo è atteso il parere del Comitato tecnico scientifico sull’utilizzo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca per i giovani dai 18 anni in su. Il Cts considererà le indicazioni in merito già date dal Ministero della Salute e dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa: ovvero che per questo immunizzante si raccomanda un uso preferenziale per i soggetti over-60. Una decisione che riapre il dibattito sulla possibilità di somministrare una dose diversa (cosiddetta ‘eterologa’) agli under 60 che hanno ricevuto la prima con AstraZeneca e sulla valutazione dei tempi del richiamo.

E anche sulla vaccinazione degli adolescenti che hanno fatto la prima dose con AstraZeneca resta ora il nodo del richiamo. Su questo punto, vari esperti si dicono favorevoli a completare comunque il ciclo vaccinale con Vaxzevria. “In questo momento chi ha fatto la prima dose con un vaccino è bene che faccia la seconda dose con lo stesso vaccino. Ciò perché le prove sperimentali che hanno portato all’approvazione di questi vaccini sono state fatte sulla somministrazione di due dosi per lo stesso vaccino e hanno dimostrato adeguate condizioni di sicurezza e di protezione, ha affermato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute.

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