C’è una svolta nelle indagini sui fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio scorso in una clinica di Palermo, dopo 30 anni di latitanza. A Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, feudo dell’ex latitante, i carabinieri hanno arrestato il medico in pensione Alfonso Tumbarello, 70 anni. Si tratta dell’ex medico di famiglia di Andrea Bonafede, il geometra incensurato che ha prestato la sua identità a Messina Denaro. Secondo l’accusa, era sempre Tumbarello a firmare le ricette e le richieste di ricovero per chi si nascondeva dietro l’identità di Bonafede, cioè il boss.
Le indagini
Secondo gli inquirenti, il medico avrebbe firmato 137 ricette. Un’infinità di prescrizioni per consentire al boss di curarsi. Si va dall’intervento chirurgico a Mazara del Vallo, nel 2020, alle ripetute richieste di farmaci, cure e terapie oncologiche alle quali si sottoponeva presso la clinica Maddalena di Palermo, dove è poi finito in manette. “Tumbarello ha personalmente visitato il paziente Matteo Messina Denaro raccolto l’anamnesi, indicatogli un percorso terapeutico, poi seguito con estrema attenzione, prescritto farmaci e analisi mediche, per patologie molto gravi, di cui effettivamente soffriva e soffre il boss, intestandole ad uno proprio assistito, che in realtà godeva di ottima salute”, ha scritto il gip.
Chi è
Da segnalare che Alfonso Tumbarello era già stato indagato il giorno dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. In quell’occasione era stato anche interrogato ed era stato anche perquisito il suo vecchio studio medico e l’abitazione privata. Nell’ordinanza di custodia cautelare ora gli vengono contestati il concorso esterno in associazione mafiosa e il falso ideologico. Iscritto a una delle due logge di Campobello di Mazara, una volta che era stato indagato, era stato sospeso dai vertici del Grande Oriente d’Italia. Invece, nel 2003 era stato eletto consigliere provinciale, ma gli era andata male la corsa per l’Assemblea Regionale Siciliana con una lista che appoggiava Cuffaro. Nel 2011 aveva tentato anche la corsa a sindaco nella sua città con una lista denominata “Il Popolo della Libertà”, ma aveva preso soltanto 610 voti.
Il secondo arrestato
Inoltre, è stato arrestato anche Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l’identità a Messina Denaro. A quest’ultimo viene contestano il favoreggiamento e la procurata inosservanza di pena aggravati dall’aver favorito la mafia. Quest’ultima sarebbe stato una sorta di postino incaricato di consegna delle ricette mediche al boss latitante. Nell’ordinanza di custodia cautelare si legge di “un inquietante reticolo di connivenze e complicità in diversi luoghi e in svariati ambiti professionali (a cominciare da quello medico-sanitario), reticolo sul quale sarà necessario proseguire le investigazioni che doverosamente dovranno condurre a individuare e perseguire, se sussistenti, tutte le condotte integranti possibili profili di responsabilità penale”.