In Sicilia gli arancini sono una cosa seria. A Catania se ne declini il nome al femminile si offendono. E poi… capita anche che per un arancino si punti il coltello alla gola di qualcuno.
Un pasticcere catanese è stato denunciato in Romagna da un conterraneo per un fatto strano: l’imputato avrebbe puntato un coltello alla gola a un cliente dopo avergli negato l’acquisto degli inimitabili arancini. Il fattaccio è capitato a Lavezzola, in provincia di Ravenna. La denuncia è scattata da parte del cliente, secondo cui non solo gli è stata negata la possibilità di comprare ciò che voleva, ma gli è stato pure agitato un coltellaccio a pochi centimetri dalla gola. In gergo giudiziario, una questione concernente minacce aggravate.
Il negoziante si è difeso in tribuna, e alla fine è stato assolto. Prima di tutto ha spiegato che non si trattava di un coltello, ma di una spatola da torte. Poi ha aggiunto di non aver mai puntato lo strumento da pasticceria contro alcun cliente. Il giudice Roberta Bailetti lo ha assolto, credendo alla sua versione. Delusione per il denunciante e per l’accusa, col viceprocuratore Adolfo Fabiani che chiedeva un mese di condanna.
L’imputato, un cinquantenne catanese, non ha così dovuto versare il risarcimento di alcune migliaia di euro chiesto dal cliente offeso. Né si è dovuto scusare per ciò che è accaduto. Anche se quello che è successo davvero non è ancora chiaro a nessuno.
Arancini, coltelli e denunce: fra catanesi, su certe cose, non si scherza
La vittima si è lamentato in tribunale di non aver potuto comprare gli arancini in quel negozio. La negazione sarebbe avvenuta il 25 luglio 2020, quando si era presentato con la moglie per richiederli, e il pasticcere sarebbe uscito dalla bottega andandogli incontro con un coltello e pronunciando qualche frase intimidatoria. Roba tipo: “Ti taglio la testa“. Ed eccole qua le minacce aggravate, con la moglie che ha confermato il racconto del marito anche in tribunale.
Ma ci sono altri dettagli strani, in questa storia. Secondo la versione dei coniugi il negoziante avrebbe loro regalato due brioches, del valore 2 euro e 60 centesimi. La difesa si è proprio aggrappata a questa stranezza. Ma il pasticciere si è offerto di chiarire il tutto. A quanto pare il cliente era stato suo ospite già un paio di volte. E in tutti quei casi il tipo si metteva a parlare con gli altri clienti dicendo cose del tipo: “Qui in Romagna non c’è la cultura degli arancini come da noi in Sicilia“.
Al che poi invitava gli altri clienti a ordinarli su internet o via Whatsapp presso un negozio siciliano che avrebbe potuto spedirli. Proprio queste chiacchiere avrebbero stufato il proprietario della pasticceria, che è uscito dal bancone con spatola in mano proprio per cacciarlo. Quanto alle brioches, nessun regolo: marito e moglie sono andati via senza pagarle!