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CRONACA

Perché l’Antitrust ha sanzionato Amazon per oltre 1 miliardo di euro

Dopo la sanzione di quest’estate, è arrivata un’altra stangata da parte dell’Antitrust ai danni di Amazon. Il colosso e-commerce sarà costretto a pagare una cifra record, 1 miliardo e 128 milioni di euro per abuso di posizione dominante. Inoltre Amazon dovrà applicare una serie di misure che permettano a tutti i venditori indipendenti  presenti sui suoi siti di operare ad armi pari.

Al termine di oltre due anni l’Antitrust ha accertato che Amazon discrimina alcuni venditori indipendenti che utilizzano la piattaforma per raggiungere i clienti.

Amazon accusato di abuso di posizione

Fondamentalmente Amazon non ha sempre garantito ai venditori indipendenti un’adeguata visibilità dell’offerta. Spingendoli a vendere meno di quanto avrebbero fatto. Ma come è successo? La “colpa” dei venditori era quella di dei organizzare sistemi di recapito autonomi, quindi senza appoggiarsi all’organizzazione di Amazon per quanto riguarda l’imballaggio, i magazzini e le spedizioni. Chi sceglieva di farlo, incorreva dunque nella penalizzazione.

Questo invece non accadeva per chi sceglieva di affidarsi alla gestione del colosso di Bezos che anzi poteva beneficiare di due corsie preferenziali. La prima era Amazon Prime (7 milioni gli abbonati solo in Italia) che consente di ottenere il pacco in poche ore. La seconda era il pulsante BuyBox che permette al cliente di completare l’acquisto con un solo clic.

Il servizio clienti Amazon è generalmente considerato tra i migliori sulla piazza. Senza contare i servizi messi a disposizione come il Black Friday o il Prime day. Tutti eventi che stanno incoraggiando il consumatore ad acquistare sulla piattaforma.
Tanto che, sottolinea l’Antitrust, nel 2012 un abbonato Prime spendeva circa il 30% in più rispetto a uno non-Prime. Nel 2019 la spesa è stata invece più del doppio rispetto a uno che non aveva sottoscritto Prime.

Venditori indipendenti penalizzati dall’algoritmo

Ma c’è di più. Un venditore che si appoggia ad Amazon per la logistica non solo beneficia di un servizio migliore ma si tiene al riparo da eventuali critiche e feedback negativi.
Al contrario, chi consegna in proprio invece è maggiormente esposto ai reclami dei compratori. E quando le recensioni negative si accumulano, interviene l’intelligenza artificiale di Amazon che ha il compito di generare le pagine dei risultati che compaiono non appena facciamo una ricerca.

Ma l’algoritmo è realizzato in modo tale da dare meno visibilità ai clienti che subiscono le maggiori critiche. Penalizzandoli ulteriormente perché, come ha fatto notare l’Antitrust, “il 70% dei consumatori controlla unicamente le offerte mostrate nella prima pagina dei risultati, senza mai arrivare alla seconda pagina. Il 35% acquista il prodotto corrispondente al primo risultato e il 64% uno dei primi tre”.

É chiaro dunque, che mentre i venditori che scelgono Amazon ottengono una serie di benefici, quelli che invece non lo fanno, rischiano di non essere nemmeno notati dai consumatori.

Oltre alla salatissima multa, per assicurare che le condizioni concorrenziali siano eque, l’Antitrust ha stabilito una serie di “misure comportamentali” dove applicherà un continuo monitoraggio. In particolare, “Amazon dovrà concedere ogni privilegio di vendita e di visibilità sulla propria piattaforma a tutti i venditori terzi che sappiano rispettare standard equi e non discriminatori. In linea con il livello di servizio che Amazon intende garantire ai consumatori Prime“.

Amazon: sanzioni Antitrust ingiustificate, ricorreremo

Siamo in profondo disaccordo con la decisione dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato e presenteremo ricorso. La sanzione e gli obblighi imposti sono ingiustificati e sproporzionati” ha dichiarato il colosso e-commerce in una nota.
Più della metà di tutte le vendite annuali su Amazon in Italia sono generate da piccole e medie imprese e il loro successo è al centro del nostro modello economico. Le piccole e medie imprese hanno molteplici canali per vendere i loro prodotti sia online che offline: Amazon è solo una di queste opzioni“.

Il problema però, è che, a causa del crescente potere di Amazon, appoggiarsi all’azienda di Bezos è “quasi” un passaggio obbligato. Nel 2019 il 70% degli acquisti e-commerce è avvenuta proprio su Amazon.

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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