Per il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, è arrivato il momento di tornare a puntare sui giovani. L’ambito sanitario, infatti, deve investire nelle cure, nel territorio e negli ospedali per tornare a essere un punto di riferimento delle nuove generazioni. La parola, secondo Anelli, è ‘riformare’. “Prima chiudiamo i contratti e meglio è. Non potrà avvenire nulla di nuovo e sono relativi a un periodo precedente al Covid e al Dm77 (sugli standard dell’assistenza territoriale, ndr.), perché riguardano gli anni 2019-2021. Occorre quindi chiudere questo capitolo propedeutico e avviare una vera e propria riforma del sistema sanitario”.
Questa riforma, per Anelli, deve portare proprio l’Italia a “essere un punto di riferimento, e a essere il Paese dove si offrono le migliori cure. Possiamo candidarci a questo ruolo, abbiamo tanti professionisti e poli di eccellenza ma dobbiamo imparare ad organizzarci”.
Le parole di Anelli
Con l’estate che sta giungendo al termine, infatti, secondo Anelli è il momento di “puntare sui giovani”. E servono le risorse: non solo per potenziare gli ospedali, ma anche per un intervento sul territorio, e per realizzare un lavoro collettivo con case di comunità che possono essere inquadrate in forme associative.
Per far ciò, ovviamente, servono fondi, e proprio per questo Anelli spinge per ulteriori investimenti in Manovra. “Il ministro della Salute Schillaci ha chiesto al ministro dell’Economia 4 miliardi in più. Se riuscisse a portare a casa questo intento si comincerebbe a ragionare”, ha ricordato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici. Nulla è già deciso o chiuso, tuttavia. Infatti, le stesse organizzazioni sindacali, così come la Fnomceo, continueranno a far pressing per nuovi investimenti.
Altre raccomandazioni in vista dell’autunno
Sempre in vista del prossimo autunno, Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, ha ricordato la raccomandazione dei medici di famiglia per tutelare gli anziani e i pazienti fragili: il richiamo del vaccino anti-Covid. Secondo Cricelli, infatti, già da ora “a coloro che abbiano sintomi riconducibili al Covid di rimanere a casa, non frequentare locali pubblici e strutture sanitarie, non stare a contatto con persone fragili, eseguire un tampone”. Nonostante il Covid, ormai da mesi, “è diventato ormai una malattia meno aggressiva e meno letale, con il SarsCoV2 che attacca maggiormente le vie respiratorie alte. Queste nuove caratteristiche, insieme all’immunizzazione indotta dalle campagne vaccinali e dalla malattia, stanno limitando i casi gravi, le ospedalizzazioni, gli accessi in terapia intensiva e i decessi”, ha osservato la Simg. In particolar modo, “il virus è diventato anche molto più contagioso ed è ancora ampiamente diffuso, comportando rischi soprattutto per la popolazione fragile, ossia grandi anziani, pazienti affetti da malattie croniche, soggetti immunocompromessi“. Massima attenzione, dunque, non solo all’aumento dei contagi, ma anche alla circolazione delle nuove varianti.
In Italia, l’ultimo divieto sul Covid – quello che elimina l’isolamento dei positivi – è stato rimosso lo scorso 8 agosto. Un annuncio atteso, ed arrivato proprio dal ministro della Salute Orazio Schillaci: “Nel Consiglio dei ministri abbiamo abrogato l’ultimo divieto che riguardava il Covid, ovvero il divieto di mobilità dalla propria abitazione e dimora per le persone che erano state sottoposte alla misura di isolamento perché risultate positive al Covid. L’andamento epidemiologico, la disponibilità di vaccini e i farmaci non rendono più necessarie questa misura che peraltro negli ultimi tempi è stata di fatto largamente disattesa. Credo che questa sia una norma di buon senso, cancella le ultimi restrizioni legate all’emergenza sanitaria che abbiamo finalmente superato. Il ministero della Salute continuerà a monitorare l’andamento della situazione epidemiologica e se fosse necessario valuteremo tutte le misure di contenimento e contrasto alla diffusione del virus”, aveva dichiarato nell’occasione Schillaci.