Amnesty International si muove per sensibilizzare l’opinione pubblica a proposito di alcuni dei temi più caldi dell’attualità. Si parte dall’annosa questione del volo dirottato in Bielorussia, per poi passare alla vicenda di Patrick Zaki e chiedere che sia fatta giustizia nel processo Regeni. Ecco le parole di Riccardo Noury, portavoce dell’organizzazione umanitaria.
Bielorussia: l’appello all’Unione Europea
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“In Bielorussia stanno accadendo fatti drammatici – ha infatti ricordato a nome di Amnesty International –. Dall’agosto del 2020, quando Lukashenko si è attribuito la vittoria, buona parte della popolazione è scesa in piazza. La risposta è stata spietata, e da ultimo abbiamo assistito a un immaginabile atto di pirateria nei cieli europei per prendere un noto oppositore e la sua compagna“.
“Questo è inaccettabile. Non pensavamo che il regime sarebbe arrivato fino a questo punto. Stiamo chiedendo agli Stati dell’Ue di agire con unità politica per affrontare una situazione dei diritti umani senza precedenti“, ha aggiunto Noury. Certificando l’impegno di Amnesty International Italia sulla vicenda del dirottamento del volo Ryanair a Minsk e del conseguente arresto del giornalista Roman Protasevich da parte delle autorità bielorusse.
Amnesty International al governo: “Zaki, silenzio preoccupante”
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“Per quanto riguarda Patrick Zaki, è calato il silenzio – si lamenta invece Amnesty International –. Sono passati ben più di 45 giorni dall’ultima udienza e non è stata ancora fissata una nuova data. Hanno superato persino i loro limiti della procedura“.
“Preoccupa molto il silenzio delle istituzioni italiane. Il 14 aprile il governo italiano ha assunto l’impegno a fare qualcosa per la cittadinanza italiana di Zaki e l’apertura di un negoziato con l’Egitto. Vorremmo sapere se è stato fatto qualcosa da parte del governo Draghi“, è la richiesta del portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, a proposito della vicenda di Patrick Zaki.
Caso Regeni: “Chiediamo giustizia e verità”
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Quindi il doloroso capitolo che riguarda il caso Regeni. Una vicenda che Amnesty International ha sposato sin dall’inizio. “Condivido quanto ha detto l’avvocata Ballerini al termine dell’udienza che ha stabilito che si andrà a processo: sono stati violati quasi tutti i diritti umani di Giulio Regeni. Restano due diritti che possiamo ancora proteggere, il diritto alla giustizia e il diritto alla verità. L’obiettivo del processo è avere una condanna che faccia coincidere sul piano giudiziario quella verità che conosciamo da cinque anni. Cioè che si trattò di un delitto di Stato“, ha concluso Noury. Il riferimento è al rinvio a giudizio dei quattro militari egiziani accusati di aver sequestrato Giulio Regeni.