Amatrice dal sisma al Covid: la storia di Mirko, volontario Croce Rossa

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Ho 26 anni e sono un volontario della Croce Rossa di Roma da 5 anni. Mi sono occupato di tante problematiche che vive la nostra città, come ad esempio le emergenze sociali. E ho partecipato alla missione del sisma di Amatrice“. Chi parla è Mirko Simei, rappresentante dei giovani Croce Rossa Roma.

Amatrice e lo “scenario di guerra” dopo il terremoto

Vivere Amatrice da soccorritore è stata un’esperienza che ha profondamente segnato tutti i volontari, e Mirko racconta quei giorni senza nascondersi. “Vedere i luoghi del terremoto e trovarsi nella prima emergenza è stata un’esperienza forte. Alcuni servizi erano veramente duri. Ho fatto gestione della mensa e il trasporto delle salme. Sembrava uno scenario di guerra“, ricorda.

Durante l’emergenza sanitaria invece “ho collaborato con i volontari temporanei“, spiega Simei. Amatrice, oltre all’emergenza Coronavirus, ha dovuto affrontare le problematiche di tutti i cittadini ancora senza una casa dopo il sisma del 2016. “Abbiamo fatto tanti tipi di servizio, dalle raccolte alimentari fino all’assistenza ai senza fissa dimora. Le persone più in difficoltà, più fragili e più deboli sono forse più colpite anche dall’emergenza del Coronavirus“.

In altre parole, sottolinea Mirko, “abbiamo continuato le attività ordinarie nonostante la situazione straordinaria“. E l’esperienza in quella Amatrice già profondamente ferita dal terremoto, secondo il volontario, è estremamente formativa per chiunque vi abbia preso parte: “I ragazzi sono gli adulti di domani. Sicuramente fare esperienza nell’ambito del volontariato arricchisce e forma“.

Un’ultima considerazione, in concomitanza con la giornata mondiale del volontariato: “L’impegno dei volontari è alla base di tutte le organizzazioni. Spesso alcune attività non andrebbero avanti senza di loro. Quindi i volontari sono una risorsa importante. E spesso molto sottovalutata, sia dai cittadini che a volte dalle istituzioni“. E Amatrice, forse, ne sa qualcosa.

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