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“Il green pass è uno strumento a tutela della salute di chi ci circonda, sono d’accordo sulla sua utilità”. Tuttavia Vittorio Agnoletto invita ad avere una prospettiva più ampia. “Perché senza vaccinazioni non ne usciremo”. Fa una pausa il medico del lavoro, attivo politicamente da decenni contro i danni della globalizzazione e nell’ultimo anno e mezzo in tema pandemia. “Ma intendo a livello globale, non di singole nazioni”, aggiunge.
Sta qui il problema, secondo Agnoletto. Eppure la realtà bussa alla porta. E cosa rischiamo in autunno ce ne stiamo già rendendo conto. La variante Delta più contagiosa che ha fatto nuovamente impennare la curva epidemica anche nel Regno Unito, dove sono avanti con le vaccinazioni. La variante Epsilon, che per il momento non sappiamo quanto possa prendere campo, ma che ha una capacità superiore di aggirare i vaccini.
“Se non ci muoviamo a vaccinare in tutto il mondo, il virus continuerà a circolare. E a breve arriverà una nuova variante. Probabilmente più aggressiva e contro cui i vaccini saranno inefficaci”. Uno scenario poco ottimistico: come è la realtà dei fatti. Se il Regno Unito vanta l’80 per cento di prime dosi tra la popolazione, le nazioni più povere al mondo sono ferme all’1 per cento.
Un dato immorale, perché nel mondo si continua come prima a morire di Covid-19. “Ma anche per chi non sente in occidente questa responsabilità, invito ad agire per un ‘sano egoismo’, per citare il professor Silvio Garattini”, sostiene il medico. Insomma, rendere i vaccini disponibili per tutti significa difendere la nostra salute. “Altrimenti non arriveremo mai all’immunità di gregge”, conclude Agnoletto.
Per farlo in fretta, secondo Agnoletto, c’è un solo modo. “Una moratoria che imponga a Big Pharma di rendere liberi i brevetti dei vaccini. Così che anche altri paesi, come l’India, il Bangladesh o la Corea del Sud possano produrli. E in questo modo aumenti a dismisura la quantità di dosi da esportare con il programma Covax delle Nazioni Unite”. Per aderire all’iniziativa, è sufficiente andare sul sito dell’apposita pagina “No profit on pandemic“.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a maggio ha dichiarato che gli Stati Uniti sarebbero favorevoli a rimuovere i brevetti. Big Pharma si difende sostenendo che ci sarebbero ugualmente problemi di approvvigionamento delle materie prime. Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel è scettica perché ritiene dannoso per lo sviluppo e l’innovazione limitare la proprietà intellettuale.
“C’è però da considerare che i vaccini sono stati sviluppati con un grande investimento pubblico di denaro”, fa notare Agnoletto. “Non vogliamo il fallimento delle aziende farmaceutiche, semplicemente che rendano disponibile alla comunità quanto hanno ricevuto, senza arricchirsi ulteriormente sulla pandemia”.
Quello che Agnoletto sostiene, è la necessità di agire su un doppio binario. “Da una parte l’assunzione di responsabilità individuale dei singoli cittadini. Dall’altra la responsabilità dei governi che devono sostenere la proposta di moratoria sui brevetti”. Invece, “la Commissione europea è il principale ostacolo istituzionale alla campagna per la moratoria”, taglia corto il medico attivista. “Il governo abbia il coraggio di agire, per tutelare la salute dei suoi cittadini”, conclude Agnoletto. “Noi continueremo a batterci per questo”.
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