Varianti del coronavirus e vaccini: cosa sappiamo?

Mentre i casi legati alla variante Delta di Sars-CoV-2 non smettono di salire, molti esperti stanno valutando l’efficacia dei vaccini anti-Covid sulle mutazioni del coronavirus. Alcuni aspetti devono ancora essere chiariti, ma non mancano anche molte certezze. Una di queste è che la vaccinazione continua a rappresentare la miglior difesa possibile contro la pandemia e la comunità scientifica ha più volte sottolineato che solo proteggendo la maggior parte della popolazione si potrà evitare il proliferare di nuove varianti. Ma quali sono i vaccini con la maggiore capacità di contrastare le mutazioni del virus più diffuse in Europa? Andiamo a scoprirlo.

Variante Alpha

Come riportato dal ministero della Salute, i dati a disposizione indicano che tutti i vaccini disponibili in Italia sono efficaci nei confronti della variante Alpha (prima nota come variante inglese). Dopo essere stata identificata per la prima volta lo scorso autunno, nel corso dei mesi questa mutazione è diventata dominante in vari Paesi del mondo (Italia inclusa). Si prevede però che la variante Delta prenderà il suo posto nelle prossime settimane. Rispetto alla prima “versione” del coronavirus si trasmette con un’efficienza maggiore del 50%.

Variante Beta

La variante Beta (scoperta per la prima volta in Sudafrica) si è rivelata resistente nei confronti dei vaccini. Alcuni trial clinici hanno dimostrato che il siero di AstraZeneca non protegge in modo efficace dalle infezioni lievi o moderate causate dalla mutazione. È per questa ragione che in Sudafrica il suo utilizzo è stato abbandonato dallo scorso febbraio. La variante, inoltre, si è dimostrata resistente anche nei confronti del vaccino di Pfizer. La somministrazione di due dosi, infatti, previene l’infezione solo tra nel 72-75% dei casi. Tuttavia fornisce una protezione di oltre il 95% nei confronti degli effetti più gravi del Covid-19. Lo stato vale per il vaccino di Moderna. Nel corso di un altro trial clinico, svolto in Sudafrica, il vaccino di Johnson & Johnson si è rivelato in grado di offrire una protezione complessiva del 64% nei confronti della variante Beta. Tuttavia l’efficacia nel prevenire le forme più gravi dell’infezione è dell’82%.

In Italia gli ultimi contagi legati alla variante Delta sono stati segnalati più di quattro settimane fa.

Variante Gamma

Scoperta per la prima volta in Brasile, nel corso dei mesi la variante Gamma si è diffusa vari Paesi. Negli ultimi giorni è stata accertata la sua presenza anche in Russia. In Italia la sua diffusione è da poco scesa dal 7,3% al 4,3%. Nel corso di un particolare studio ha dimostrato una discreta resistenza nei confronti dei vaccini di Pfizer e Moderna. Tuttavia l’efficacia dei sieri, seppur leggermente inferiore, si è comunque dimostrata buona.

Variante Delta

Tra le varianti del Covid, la Delta (ex Indiana) è quella che nelle ultime settimane ha destato le maggiori preoccupazioni. La sua capacità di trasmissione supera del 50-60% quella della variante Alfa, il che la rende piuttosto insidiosa. Non a caso è la seconda mutazione più diffusa al mondo e presto potrebbe diventare il virus dominante. Il lato positivo è che alcuni vaccini hanno dimostrato una buona efficacia nei suoi confronti.

Un nuovo studio della Public Health England, pubblicato sul New England Journal of Medicine, indica che due dosi del vaccino di Pfizer o AstraZeneca offrono una buona protezione verso la variante Delta, con solo una piccola diminuzione di efficacia rispetto alle altre. La ricerca è stata condotta sui dati dei positivi in Inghilterra di cui era stato sequenziato il virus, per un totale di circa 20mila casi di variante Delta, elaborati in due modi diversi. Due dosi di vaccino Pfizer sono risultate efficaci all’88% nel prevenire la malattia sintomatica, contro il 93,7% della Alfa. Con due dosi di AstraZeneca, invece, si è ottenuta una protezione del 67%, più alta rispetto al 60% riportato ad altri studi, rispetto al 74,5% della Alfa. Per entrambi i sieri una singola dose non basta. Dopo la prima dose, infatti, la protezione è di appena il 30%.

All’inizio di luglio, inoltre, l’Ema aveva confermato l’efficacia dei quattro vaccini disponibili in Italia contro tutti i ceppi del Covid che stanno circolando in Europa, variante Delta inclusa. “I dati dimostrano che due dosi dei vaccini proteggono contro la variante Delta”, aveva dichiarato Marco Cavaleri.

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