Ieri, lunedì 27 marzo, il mondo del giornalismo ha perso uno dei suoi esponenti più prestigiosi e rappresentativi. Gianni Minà ha perso la vita a 84 anni dopo una breve lotta con una malattia cardiaca. Una nota pubblicata sui suoi profili social spiega che il giornalista “non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più chiari. Un ringraziamento speciale va al prof Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario, che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”.
Nel corso della sua lunga carriera, Minà ha raccontato le storie di tanti personaggi straordinari tramite delle interviste indimenticabili. “Mi hanno sempre attratto persone capaci di andare controcorrente, anche a costo dell’isolamento, della solitudine”, ha raccontato il giornalista in passato. “Persone capaci di raccontare storie, di mostrare visioni altre. E inevitabilmente hanno acceso la mia curiosità, perché, come diceva il mio amico Eduardo Galeano, capace di raccontare la storia dell’America Latina attraverso racconti ironici e apparentemente non importanti, fatti di cronaca, ‘il cammino si fa andando’, non si sa mai dove queste storie ti possano portare. È il bello della vita, tutto sommato”. Ripercorriamo assieme alcune delle interviste più significative fatte da Minà nel corso degli anni.
L’intervista di sedici ore a Fidel Castro
Una delle interviste più iconiche di Minà risale al 1987 e ha una durata di ben sedici ore. Il suo protagonista è Fidel Castro, all’epoca presidente di Cuba, che rispose alle domande del giornalista nell’ambito della realizzazione di un documentario da cui venne tratto il libro “Fidel racconta il Che”. L’incontro con un personaggio così influente a livello geopolitico, ottenuto dopo due anni di tentativi, permise a Minà di conquistare una notorietà internazionale.
L’intervista preferita di Minà? Quella con Muhammad Ali
Tra le tante interviste fatte nel corso della sua carriera, Minà ha sempre portato nel cuore quella con Muhammad Ali, da lui considerato “il più grande di tutti, perché ha rotto un sistema, una cultura”. Il giornalista ha raccontato che all’inizio di ogni intervista il pugile parlava sempre delle sue idee di riscatto per gli afroamericani e faceva un elenco di tutte le diseguaglianze sociali che dovevano subire. “Purtroppo le sue battaglie non hanno prodotto grandi cambiamenti, ma non mi sento di dire che ha perso”, ha osservato Minà.
L’amicizia con Gabriel García Márquez
Uno degli incontri più complicati da ottenere fu quella con lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez, che amava poco le interviste e cercava sempre di barattarle con qualche favore. Minà riuscì però a conquistare la sua fiducia durante una chiacchierata conoscitiva. La prima intervista del 1975 fu solo la prima di una lunga serie e segnò anche l’inizio di un bel rapporto di amicizia tra il cronista e lo scrittore. Minà amava raccontare che Márquez rispondeva alle sue domande “in modo sornione”.