Papa Bergoglio è tornato a parlare della questione dell’obiezione di coscienza ribadendo un fermo “no all’aborto”. Rivolgendosi ai farmacisti ospedalieri, il pontefice ha sottolineato che sono “al servizio della vita umana” e che questo può comportare “in certi casi l’obiezione di coscienza”. L’aborto non è la soluzione, ha affermato il Pontefice, che, al contrario, definisce l’interruzione di gravidanza come “omicidio”.
Le parole di Papa Bergoglio arrivano pochi giorni dopo il referendum storico di San Marino, dove è stato depenalizzato l’aborto dopo oltre 150 anni.
In Italia, secondo i recenti dati del Ministero della Salute, il tasso di abortività è tra i più bassi tra i Paesi occidentali. Tuttavia, per una donna che sceglie di interrompere la gravidanza, la strada spesso si rivela in salita.
Obiezione di coscienza, numeri e statistiche in Italia
Nel 2019 le Regioni hanno riferito che ha presentato obiezione di coscienza il 67,0% dei ginecologi, il 43,5% degli anestesisti e il 37,6% del personale non medico. Valori in leggera diminuzione rispetto a quelli riportati per il 2018 ma che continuano a presentare ampie variazioni regionali.
In Italia settentrionale la media è di 60,7% dei ginecologici, 36,2 % anestesisti, 30,6% personale non medico. Da segnalare Bolzano che registra il record del Nord Italia di obiettori in tutte le categorie: 75% tra i ginecologi, 68,9% tra gli anestesisti e 65,3% tra i non medici. In aumento i numeri in Italia centrale con il 65,9% di ginecologici, 44,6% anestesisti e 30,4% di personale non medico contrari all’aborto. La regione Lazio registra i numeri più elevati.
Tasso di obiettori più alto al meridione: record in Sicilia
Le percentuali più alte si registrano nell’Italia Meridionale con il 79% dei ginecologi che non pratica l’aborto, seguiti dal 60% di anestesisti e dal 70% del personale non medico. La situazione più difficile si riscontra in Molise dove oltre l’82% dei ginecologi è antiabortista (su 24 totali) con il record del 90% di personale non medico. Cifre molto alte anche nelle due isole, dove però le statistiche medie vengono fallate dai numeri altissimi in Sicilia. Mentre la Sardegna si trova infatti nella media italiana, la Sicilia registra il record nazionale di obiettori in due categorie su tre. 85,8% tra i ginecologi, 73% tra gli anestesisti e 86% tra il personale non medico.
A monte di tutto ciò, il tasso di obiezione di coscienza in alcune province sale al 100%, come per esempio a Marsala. Di conseguenza, nel 2019, l’Istat dava 5.281 interruzioni volontarie di gravidanza in tutta la Sicilia, un numero inferiore a quello della sola città di Milano, 5.326.
Ma quello di Marsala non è un caso isolato. In Italia in almeno 15 ospedali tutti i ginecologi sono obiettori di coscienza. Lo rende noto l’indagine “Mai dati!” presentata in anteprima durante il Congresso nazionale dell’Associazione Luca Coscioni , nota per le sue battaglie sull’eutanasia legale e il referendum cannabis.