Dopo aver introdotto la spunta blu a pagamento alcuni mesi fa, il 20 aprile Elon Musk ha tolto il segno di riconoscimento dai profili dei Vip presenti su Twitter che non si erano ancora adeguati alle nuove regole del sito. Questa scelta, come intuibile, ha generato parecchia confusione, anche perché ha permesso a vari profili falsi di comprare una spunta blu e spacciarsi per personaggi famosi. Tra i tanti volti riconoscibili rimasti senza il segno di riconoscimento ci sono stati anche Papa Francesco e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Negli ultimi giorni Musk è tornato in parte sui suoi passi, riconsegnando la spunta blu (gratis) ad alcuni personaggi di alto profilo, perlopiù account con oltre un milione di follower. Inoltre, ha anche pagato di tasca sua l’abbonamento a Twitter Blu per tre vip: l’attore William Shatner, la star del basket LeBron James e lo scrittore Stephen King. Quest’ultimo in passato è stato uno dei più accesi detrattori dell’idea della spunta blu a pagamento e anche stavolta ha trovato delle ragioni per “litigare” con Musk.
In seguito al “regalo” di Musk, King non ha ringraziato il Ceo di Twitter, ma l’ha anzi invitato a donare quanto speso la sua spunta blu a un ente benefico. “Consiglio la Prytula Foundation, che fornisce dei servizi vitali in Ucraina. 8 dollari non sono molti, quindi magari il signor Musk potrebbe aggiungerne qualcuno in più”. Musk ha fatto notare allo scrittore di aver già donato 100 milioni di dollari all’Ucraina. Per rafforzare il concetto, ha anche condiviso un tweet di ringraziamento nei suoi confronti scritto da Mykhailo Fedorov ministro per la Trasformazione digitale dell’Ucraina. Poi la provocazione: “E tu quanto hai donato?”. In un tweet successivo, King ha scritto quanto segue: “Musk ha dato 100 milioni di dollari agli enti benefici ucraini. Eccellente. Slava Ukraini!”. La “lite” si è quindi conclusa in modo pacifico, con lo scrittore che ha ritenuto giusto “dare a Cesare quel che è di Cesare”.
Tramite i suoi tweet King non sembrava comunque intenzionato a mettere in dubbio la beneficienza fatta da Musk nel corso degli anni, bensì porre l’accento sul fatto che esistessero usi migliori dei soldi spesi per le spunte blu. L’autore è a sua volta un filantropo e nel corso degli anni ha più volte dimostrato la propria generosità, aiutando ospedali, iniziative culturali e persone in difficoltà economica. In particolare ha aiutato vari cittadini del Maine a pagare i costi del riscaldamento durante uno degli inverni più rigidi degli ultimi anni e ha donato a degli enti benefici i proventi dei guadagni ottenuti durante le esibizioni con la band di cui fa parte assieme ad altri scrittori (i Rock Bottom Remainders).
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