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TECNOLOGIA

Twitch, il boom spaventa YouTube: cambia il mondo del video sharing?

Che YouTube lo tema lo si capisce da un dettaglio non di poco conto: i suoi utenti che utilizzano entrambe le piattaforme non lo possono nominare, pena il rischio di vedersi oscurare i contenuti. Da qui l’escamotage studiato da una cospicua fetta di internauti, per cui è diventato universalmente “la piattaforma viola“, o “il sito viola“. Stiamo parlando di Twitch, realtà sempre più in crescita e che sta riuscendo in qualcosa che solo qualche anno fa sarebbe apparso come una missione impossibile: mettere in difficoltà il colosso mondiale del video sharing.

Il fenomeno Twitch è relativamente recente, ma parte da lontano. Giusto nel 2021 compirà i suoi primi dieci anni, ma una vita sembra passata da quando si staccò da una costola di Justin.tv nell’ormai lontano 2011. La svolta arrivò nel 2014, quando la piattaforma fu acquistata da Amazon che ne intuì le potenzialità nel quadro della battaglia commerciale ai vari Google, Apple e Facebook.

Dieci anni di crescita inarrestabile

Twitch è infatti diventato sempre più un punto di riferimento per il pubblico più giovane, quella famigerata (e da molti temuta) Generazione Z che in pochi riescono a intercettare veramente. La nuova piattaforma dal caratteristico colore viola è infatti ben presto divenuta il nuovo fulcro per antonomasia di una fetta di utenti che ha contribuito al primo, vero boom proprio di YouTube e del “mestiere di YouTuber”: il gaming.

Gli appassionati di videogiochi si stanno infatti sempre più concentrando proprio su Twitch, che lo rende il territorio ideale per le dirette che soprattutto nei mesi di pandemia sono andate per la maggiore in una cospicua fetta di mondo. La piattaforma di proprietà di Amazon offre la possibilità di interazioni molto più immediate rispetto alla concorrenza, con chat molto interattive e personalizzabili, oltre che benefici a vantaggio di chi si iscrive al canale. E che, in maniera gratuita, permette una personalizzazione ancora più avanzata dei propri interventi, come emoticon e stemmi che possono comparire durante le chat in diretta. Rendendo la propria presenza live ancora più visibile sia al creatore che al resto del pubblico.

Perché Twitch fa tremare YouTube?

Basta tutto questo a far tremare nientemeno che YouTube? Evidentemente no, ma è stato il punto di partenza per un boom ora certificato dai numeri. E che sempre più sta uscendo dal mondo dei videogame, come peraltro avvenuto nello scorso decennio per la piattaforma di video sharing di proprietà di Google. Twitch infatti ha totalizzato in media 962.000 utenti collegati nel 2019 ed è stato scelto da sempre più vip, mese dopo mese.

Lo testimoniano Drake, che ha trasmesso una sessione a Fortnite seguita da 600 mila utenti, ma anche i piloti di Formula 1. In particolare il quartetto Charles Leclerc – Lando Norris – George Russell – Alex Albon (non a caso tutti millenial) è divenuto virale nei mesi di lockdown per le sessioni di gruppo su Twitch, in cui i simulatori di guida erano solo un pretesto per farsi qualche risata tra amici e colleghi, interagendo con un pubblico sempre più numeroso e fedele.

E inevitabilmente di tutto questo hanno finito per accorgersi anche le industrie più potenti del mondo dei software e del digitale. È il caso di Microsoft e Sony, non a caso proprietarie di Xbox e PlayStation. Entrambe hanno infatti creato un collegamento diretto dalle proprie consolle a Twitch, per incentivare ancora di più quell’utilizzo della “piattaforma viola” che non fa altro che incrementare anche gli affari di chi produce videogames. Una possibilità che in passato era concessa solo a YouTube. Che infatti, ora, inizia a tremare. Come forse mai era successo da 15 anni a questa parte.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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