A quasi 50 anni dall’ultima missione lunare, l’amministratore della Nasa, James Bridenstine, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, hanno firmato un accordo che porterà per la prima volta l’Italia sulla Luna.
Il nostro è il primo Paese europeo a siglare questo patto bilaterale con gli Stati Uniti. La dichiarazione d’intenti di livello politico è stata firmata a Palazzo Chigi da Fraccaro (che ha la delega alle politiche per lo spazio) e va ad affiancarsi all’impegno dell’Italia nell’Agenzia spaziale europea (Esa). L’intesa prevede una cooperazione tra i due Paesi in materia di attività spaziali, all’interno del programma Artemis che ha l’obiettivo di riportare l’uomo sulla Luna. Le tecnologie italiane per il satellite saranno usate per moduli abitativi, telecomunicazioni e tecnologia.
“L’Italia ha siglato un’intesa storica”, ha commentato Fraccaro, “ci darà la possibilità di partecipare alla missione lunare e di avere un ruolo da protagonista nel più ambizioso programma di attività spaziale mai attuato”. La firma dell’accordo, ha proseguito Fraccaro, “è un riconoscimento ulteriore del ruolo del nostro Paese all’interno della missione Artemis, che porterà la prima donna sulla Luna e ha l’obiettivo di stabilire una presenza continua e autosufficiente sulla superficie lunare”. La missione Artemis prevede un allunaggio per il 2024, che sarebbe solo un primo passo. L’obiettivo, ha spiegato il sottogretario M5s, “è infatti utilizzare la Luna come base operativa per l’esplorazione dello spazio” e comprende lo sviluppo delle attività in viste delle future missioni che porteranno l’uomo su Marte. “Ci vedremo sulla Luna“, ha detto Fraccaro all’amministratore capo della Nasa. “Sarebbe davvero fantastico”, ha risposto Bridenstine.
Esprime soddisfazione anche Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, la partecipata del ministero dell’Economia: “Il nostro Paese, oltre all’importantissimo contributo sul piano tecnico e scientifico, fornirà alla missione lunare l’apporto tecnologico necessario alla costruzione dei sistemi di allunaggio (lander) e alla realizzazione degli ulteriori moduli abitabili di superficie (shelter). Dalla cooperazione con gli Usa, quindi, per l’Italia ci sarà anche un ritorno industriale diretto dal valore superiore al miliardo di euro, senza contare tutti gli effetti positivi per la filiera e l’indotto dello spazio”.
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