Secondo il professor Stuart Russell, fondatore del Center for Human-Compatible Artificial Intelligente presso l’università della California, gli esperti di intelligenza artificiale sono “spaventati” e paragonano il progresso di essa allo sviluppo della bomba atomica.
Russell, come riportato dal Guardian, ha detto che la maggior parte degli esperti crede che le macchine più intelligenti degli umani saranno sviluppate in questo secolo. “La comunità AI non si è ancora adattata al fatto che stiamo iniziando ad avere un impatto davvero grande nel mondo reale” ha detto al quotidiano britannico. L’intelligenza artificiale è alla base di molti aspetti della vita moderna. Dai motori di ricerca alle banche, fino ai progressi nel riconoscimento delle immagini e nella traduzione automatica.
Il professore, nel 1995, è stato co-autore del libro “Artificial Intelligente: A Modern Approach”. Inoltre, quest’anno terrà le conferenze della BBC Reith intotolate “Vivere con l’intelligenza artificiale”. Russell ha sottolineato soprattutto la necessità di un lavoro urgente per assicurarsi che gli esseri umani riescano a mantenere il controllo sulle IA mentre vengono sviluppate.
“L’IA è stata progettata con una particolare metodologia e una sorta di approccio generale. E dobbiamo essere attenti nell’usarla in contesti complicati del mondo reale”. Ad esempio, come riportato dal Guardian, chiedere ad una intelligenza artificiale di curare velocemente il cancro potrebbe essere pericoloso. “Probabilmente sarebbe in grado di indurre tumori in tutta la popolazione umana, in modo da usare tutti come cavie” ha detto il professor Russell. “Questo perché sarebbe la soluzione all’obiettivo che gli abbiamo dato. Abbiamo solo dimenticato di specificare che non può usare gli umani come cavie e non può neanche utilizzare l’intero PIL del mondo per eseguire i suoi esperimenti, ad esempio”.
Il professore, però, ci ha tenuto a rassicurare tutti: c’è ancora un grande divario tra l’intelligenza artificiale di oggi e quella vista nei film come “Ex machina”. In un futuro, però, le macchine potrebbero davvero essere più intelligenti degli umani. “Penso che si andrà da 10 anni per i più ottimisti fino ad un centinaio di anni. Quasi tutti i ricercatori sostengono che accadrà in questo secolo”.
A questo punto la richiesta, arrivata da parte del professore, è quella di attivare misure che includano codici di condotta per i ricercatori. Ma anche legislazioni e trattati per garantire la sicurezza nei sistemi AI in uso.
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