Anche se meno potenti delle loro controparti da salotto, le console portatili hanno sempre esercitato un grande fascino sui videogiocatori. La possibilità di giocare ovunque ai propri titoli preferiti ha spinto gli appassionati ad andare oltre a limiti come lo schermo piccolo o all’assenza della retroilluminazione pur di divertirsi con cult senza tempo come Pokémon, Super Mario Land, Sonic The Hedehog, Metroid II: Return of Samus, Tetris e tantissimi altri. Il limite più grande delle console portatili uscite negli anni ’80 e ’90 erano le batterie. Spesso erano necessarie almeno 4 pile stilo per giocare e la loro durata non era proprio esaltante. A molti anni di distanza da quel periodo storico, i ricercatori della Northwestern University dell’Illinois (Stati Uniti) e della University of Technology di Delft (Paesi Bassi) sono riusciti a mettere a punto il primo Game Boy senza batterie, alimentato dall’energia solare e dalla pressione dei tasti.
Le caratteristiche del Game Boy ecologico
Il prototipo creato dai ricercatori prende il nome di Engage e ha un’estetica simile a quella della prima versione del Game Boy. Sulla scocca presenta dei pannelli solari, mentre all’interno “nasconde” un circuito alimentato dall’energia meccanica prodotta quando l’utente preme i tasti per giocare. In futuro questo esperimento potrebbe portare alla nascita di console portatili prive delle batterie tradizionali e, di conseguenza, in grado di avere un impatto minore sull’ambiente.
I limiti del prototipo
La strada da fare per arrivare a un simile risultato sembra però ancora molto lunga e tortuosa. Il simil Game Boy, infatti, deve essere alimentato ogni dieci secondi per funzionare ed è dotato di una scarsa potenza di elaborazione. I ricercatori hanno in parte ovviato al problema creando un software in grado di creare dei checkpoint costanti, che permette di continuare la partita da dove si era interrotta. Si tratta però di una soluzione più adatta a un prototipo che a una console vera e propria.