Gli eSports, o sport elettronici, sono l’utilizzo dei videogiochi a livello competitivo, organizzato e professionistico. Stiamo parlando di un fenomeno in costante crescita, tanto che i team degli sport professionistici tradizionali hanno fiutato l’affare e stanno dando sempre maggior spazio agli “atleti virtuali”. Anche il mondo dell’automobile ha la sua controparte virtuale che si chiama FIA GT Championship, ossia il campionato mondiale di eSports su PlayStation 4 targato Gran Turismo Sport (il celebre videogioco di auto) e certificato dalla FIA.
La scorsa domenica, 20 dicembre, si sono svolte le finali mondiali della Nations Cup dell’edizione 2020 del FIA GT Championship 2020. Qui si sono affrontati online i 16 giocatori più veloci del mondo, provenienti da 10 paesi e qualificati tramite le finali regionali.
Valerio Gallo, grazie a un’ottima prestazione, è riuscito a pizzarsi al secondo posto, diventando così il vice campione del mondo di Gran Turismo. Lo abbiamo intervistato cercando di capire il mondo che si cela dietro alle competizioni virtuali.
Qual è la differenza tra la guida di un’auto “vera” e una “digitale”? Guardando la finale del tour mondiale di gran turismo sembrano esserci poche differenze.
Sono sincero, non ho mai avuto l’opportunità di guidare una vera auto da corsa. Ma una cosa è certa: Gran Turismo premia la precisione di guida, le linee, la pulizia generale. È stato sempre un tratto caratteristico di GT, e secondo me molta gente può prepararsi a correre nel vero grazie a queste basi.
GT non sarà il simulatore d’eccellenza. Ci sono tanti altri fattori che non sono presenti (come la manutenzione della macchina e la gestione delle temperature dei vari componenti, tra cui gomme, freni…). Il feeling alla guida di GT, però, secondo me è sempre stato il migliore, tra l’altro anche molto divertente.
Quante ore ti sei allenato al giorno per raggiungere questi livelli? Ci puoi dire qualcosa sui guadagni?
Solitamente mi alleno poco, per cercare di abituarmi subito alle situazioni vere di gara, per cui 2/3 ore massimo al giorno. Conosco piloti che si allenano giornate intere, cosa che trovo controproducente, sia per la stanchezza, sia perché si prende il “vizio” di restartare per impuntarsi sui minimi errori.
Quando guido voglio essere rilassato, ma allo stesso tempo usare il mio istinto, specie per questo campionato ci siamo allenati pochissime ore prima delle gare ufficiali, poiché non avevamo nessuna informazione su di esse.
Raccontaci l’ultima gara. Cosa potevi migliorare?
Nulla.
Penso di aver fatto la guida migliore di sempre, che è quello che volevo.
Ho giusto un piccolo rammarico per Gara 2. Tuttavia quest’ultima è stata una roulette russa, quindi non è stato tanto un errore mio quanto la casualità generale della gara, che permetteva tanti sorpassi e controsorpassi sul rettilineo di Tokyo, l’unico fondamentale punto di sorpasso disponibile in cui non avevi difese contro gli altri in scia.
Inoltre tanto traffico, molte possibilità di errore, che potevano dividere la fila di macchine in più gruppi, rendendo ancora più difficile stare in scia ai primi e, a quel punto, recuperare.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? Raccontaci brevemente la tua carriera.
Prima d’ora non credevo di dirlo, ma per il futuro vorrei diventare il prossimo Campione mondiale.
Tutto era iniziato per scherzo, ma mi sono voluto sempre mettere alla prova con i mostri sacri di GT, perché desideravo essere tra i più forti. Ho fatto un grande sforzo a ridimensionare il mio stile di guida. Ho letteralmente studiato dalla A alla Z più video dei migliori piloti al mondo, e dall’insieme di tutte le cose che ho imparato, come un puzzle, ho capito quanto potevo andare forte.
Partecipando agli ultimi World Tour nel 2019 di Tokyo, Montecarlo e Sydney, ho avuto modo di confrontarmi, e sapevo di avere tanto potenziale ancora mai espresso. Quest’anno sono riuscito a trovare la giusta lucidità per tutto. È questione di esperienza e tanta dedizione a voler migliorare sé stessi. E ci sono riuscito.
Pensi che le “gare digitali” possano in qualche modo influenzare il futuro del Motorsport?
Assolutamente. Voglio anche ricordare che l’anno scorso è stata inaugurata la FIA Motorsport Games, con tappa a Vallelunga, dove GT ha fatto la sua apparizione nella “Digital Cup”. Io non ho potuto partecipare, ma da spettatore posso dire che c’è stato molto successo, e per la prima volta le corse virtuali hanno avuto il loro spazio nello sport.
Altro esempio, la GT Academy, la competizione dove in passato molti dei giocatori sono diventati piloti professionisti nella realtà. Una prova molto amata e soprattutto un’occasione d’oro per cominciare questo tipo di carriera, che è molto difficile da intraprendere.
Anche il lockdown ha aiutato. Stando in casa, l’unico modo di spendere il tempo era giocare. Ma c’è chi addirittura si allenava al simulatore in vista di competizione importanti. Gli stessi piloti di F1 come Sainz, Leclerc e Norris ne sono esempio.
Per me il motorsport virtuale deve assolutamente essere riconosciuto come una disciplina ufficiale.
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