Il ritorno in ufficio per chi lavora per Google continua a restare un’eventualità remota. Il colosso ha dichiarato che, contrariamente a quanto reso noto in precedenza, i suoi dipendenti non dovranno adottare una modalità di lavoro mista dal 10 gennaio. Parlando con The Verge, un portavoce dell’azienda ha spiegato che tutti i piani per il ritorno in ufficio sono stati messi in pausa fino all’anno prossimo. Ogni decisione sulle tempistiche sarà lasciata ai singoli uffici.
Un ritorno rimandato più volte
Nel corso degli ultimi mesi, Google ha più volte cambiato i propri piani sul ritorno in ufficio. Ad agosto, quando la variante Delta rappresentava una preoccupazione crescente, l’azienda di Mountain View aveva dichiarato di voler rendere la presenza in ufficio volontaria almeno fino al 10 gennaio 2022. Il piano in sé rappresentava un ripiego rispetto all’idea originale (risalente a dicembre 2020), che prevedeva il ritorno in presenza dei dipendenti a settembre 2021.
Google concederà trenta giorni di tempo per il ritorno in ufficio
Secondo un’email inviata da Chris Rackow, vicepresidente della sicurezza globale di Google, la compagnia ha promesso anche stavolta che ai dipendenti saranno concessi trenta giorni di tempo per passare dallo smart working al lavoro in presenza. Inoltre, resterà aperta la possibilità di adottare la settimana lavorativa mista di cui aveva parlato Sundar Pichai, Ceo di Google, a maggio. Questa modalità permetterà alla maggior parte dei dipendenti di lavorare tre giorni in ufficio e due da casa.
Un portavoce ha anche svelato che Google ha aperto il 90% dei suoi uffici negli Usa a tutti i dipendenti che desiderano lavorare in presenza. Il tutto avviene su base volontaria. La CNBC ha aggiunto che il colosso sta incoraggiando il personale a “ritornare in contatto con i colleghi di persona“. I dipendenti sono invitati anche a “riabituarsi ad andare in ufficio”. Se gli uffici resteranno aperti o meno dipenderà tutto dall’impatto della variante Omicron sui contagi.