È il giorno di Marte per gli Stati Uniti. È partito infatti verso il Pianeta rosso il rover Perseverance, alla ricerca di tracce di vita umana, presente o passata. La missione si chiama Mars 2020 e inaugura i nuovi piani di esplorazione interplanetaria a stelle e strisce. A bordo di un razzo Atlas V, il più grande vettore a disposizione degli Usa, la missione Mars 2020 è decollata dalla base spaziale di Cape Canaveral, in Florida. Dovrebbe arrivare a destinazione il 18 febbraio 2021, trasportando con sé la tecnologia più avanzata per l’esplorazione marziana.
L’attenzione è tutta per il rover Perseverance, che ha nel mirino il cratere Jezero. Con un carico superiore del 50% rispetto a quello portato nel 2012 da Curiosity (era la missione Mars Science Laboratory), avrà come compito principale la raccolta di alcuni campioni di polvere marziana, in vista della futura missione (targata Nasa-Esa) per il loro recupero e trasporto a Terra. Tra le novità della missione in partenza dalla Florida c’è anche Ingenuity. Si tratta di un piccolo drone-elicottero che dovrà testare la fattibilità del volo nell’atmosfera del Pianeta rosso. Nel complesso, per la missione Mars 2020, la Nasa ha già speso 2,4 miliardi di dollari e altri 300 milioni di dollari sono stati stanziati per il primo anno di operazioni di Perseverance.
Per gli Usa, si apre così la “new era for deep space exploration and development”: espressione con cui la Casa Bianca ha titolato il suo ultimo report per i programmi spaziali. Presentato solo pochi giorni fa, descrive obiettivi già condivisi dai democratici. Redatto dal National Space Council, chiama a raccolta su Luna e Marte i vari dipartimenti dell’amministrazione, gli attori privati e i partner internazionali. Se per il satellite naturale il programma Artemis è stringente, con ritorno dell’uomo entro il 2024 e poi presenza stabile in superficie e nell’orbita, per il Pianeta rosso si prevedono tempi più lunghi, ma non per questo così ‘rilassati’.
D’altra parte, il viaggio di Mars 2020 avviene in contemporanea a quello di Tianwen-1, la prima missione interplanetaria della Cina. È partita la scorsa settimana per portare su Marte un orbiter, un lander e un rover, capace di muoversi sulla superficie del Pianeta rosso per circa un mese. Arriveranno a destinazione a febbraio, dopo un lungo viaggio iniziato su uno dei tanti razzi a disposizione di Pechino, il “Lunga marcia 5”, decollato dalla base di Wenchang, sull’isola di Hainan lungo la costa sud del Paese, inaugurato circa tre anni fa. D’altra parte, la finestra ‘utile’ per raggiungere Marte è piuttosto stretta, concentrata ogni due anni in poco più di un mese, cioè quando i due pianeti sono più vicini. Per il 2020, a inaugurarla sono stati gli Emirati Arabi con il lancio della sonda Hope, cioè “speranza”.
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