Con il suo accordo per rilevare Twitter, i rapporti tra Elon Musk e la Cina stanno per diventare ancora più tesi. Le autorità cinesi hanno infatti sempre mostrato la volontà di influenzare o punire le aziende che oltrepassano i limiti politici. Musk è uno di loro. Per quale motivo?
Il governo cinese gli ha concesso miliardi di dollari di terreni a basso costo, prestiti, agevolazioni fiscali e sussidi quando ha aperto la sua fabbrica a Shanghai nel 2019. Il Partito Comunista del Paese, che ha bandito il social in patria ma l’ha ampiamente utilizzato per spingere la politica estera di Pechino in tutto il mondo, potrebbe mettere in pericolo gli ingenti investimenti di Musk in Cina.
È vero anche però, allo stesso tempo, che la Cina ha ora un investitore simpatizzante, che sta prendendo il controllo di uno dei megafoni più influenti del mondo. Musk non ha detto nulla pubblicamente, per esempio, quando le autorità di Shanghai hanno chiuso l’impianto di Tesla come parte dello sforzo per tenere sotto controllo il nuovo focolaio di Covid-19. Nonostante abbia rimproverato i funzionari di Alameda County, in California, per una scelta simile quando la pandemia è iniziata, nel 2020. Tutto questo ha fatto scatenare una serie di reazioni pesanti all’interno del mondo della tecnologia. Cosa succederà quindi tra Elon Musk e la Cina nell’ambito di Twitter?
“È preoccupante pensare a quello che potrebbe essere un conflitto di interessi in queste situazioni, guardando la disinformazione che potrebbe uscire dalla Cina”. Così Jessica Maddox, professoressa associata di tecnologia dei media digitali all’Università dell’Alabama. “Come potrebbe, essendo ora proprietario di questa azienda, gestire tutto questo, dal momento che tutti i suoi investimenti, o la maggior parte di essi, sono legati alla Cina?”. Anche Jeff Bezos, fondatore di Amazon e uno dei più grandi rivali di Musk nella tecnologia, nello spazio e ora nei media, è intervenuto (proprio su Twitter) per mettere in discussione la potenziale influenza della Cina sulla piattaforma. “Il governo cinese ha appena guadagnato un po’ di influenza sulla piazza?”, ha scritto.
Musk non ha fornito dettagli dei suoi piani per cambiare Twitter. Se non la promessa di utilizzarlo come piattaforma per la libertà di parola, vietando i bot e gli account artificiali che popolano la sua base di utenti. Anche questo semplice impegno potrebbe irritare i propagandisti cinesi, che hanno apertamente comprato account falsi. Usandoli per sminuire le rivendicazioni di violazioni dei diritti umani nello Xinjiang. Non è chiaro se Musk intenda ripristinare gli account o rimuovere le etichette che identificano alcuni degli utenti più importanti di Pechino come funzionari statali.
Quello che è certo è che la Cina riconosce la capacità di Twitter come mezzo per diffondere informazioni. Il governo ha vietato il social network nel 2009, nel bel mezzo dei disordini tra musulmani e cinesi Han a Urumqi, la capitale dello Xinjiang- Era la regione occidentale dove il governo ha poi iniziato una campagna di detenzione e rieducazione di massa che gli Stati Uniti hanno definito un “genocidio”.
Nonostante il divieto, la Cina ha intensificato i propri sforzi nell’utilizzo della piattaforma per estendere l’influenza del paese all’estero. Queste mosse sono aumentate nel 2019, quando le immagini delle proteste pro-democrazia a Hong Kong si sono diffuse su Internet. I media statali cinesi hanno risposto con tattiche spesso riservate al loro pubblico interno, accusando la Central Intelligence Agency di orchestrare le proteste e trasmettendo ripetutamente video di violenza dei manifestanti, ignorando la brutalità della polizia contro le folle.
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