Prosegue il lungo braccio di ferro tra Donald Trump e TikTok. Dopo aver dato all’app di ByteDance 90 giorni di tempo per trovare un acquirente negli Stati Uniti, il tycoon ha creato un profilo su Triller, uno dei più grandi rivali del social media cinese. Il video in cui annuncia il suo arrivo sulla piattaforma ha superato in pochi giorni le 7,5 milioni di visualizzazioni. Nelle ultime settimane, la crescente sfiducia del governo Usa nei confronti di TikTok ha portato molti utenti a scaricare Triller. In totale, il software ha superato i 250 milioni di download nei negozi digitali di Apple e Google. Sull’App Store occupa saldamente il primo posto dall’inizio di agosto in oltre 50 Paesi.
Le caratteristiche di Triller
Proprio come TikTok, anche Triller è un’app che permette agli utenti di creare dei brevi video musicali. Grazie alla presenza di alcuni strumenti di facile utilizzo, è possibile personalizzare le proprie creazioni, aggiungendo filtri ed effetti particolari. Pur essendo simile a TikTok, Triller pone maggiormente l’accento sulla musica e permette agli utenti di utilizzare tutte le canzoni presenti nelle loro playlist di Apple Music o Spotify. Mentre l’app di ByteDance permette di usare solo una piccola porzione di un brano (15 secondi), la sua rivale non pone limiti in tal senso. Per il resto, anche su Triller non è raro imbattersi in contenuti come balletti, sketch comici e video di lip-sync.
L’origine delle due app
La differenza principale tra TikTok e Triller è il Paese in cui sono nate. Mentre la prima è stata creata in Cina, la seconda è stata realizzata negli Stati Uniti. L’azienda, fondata nel 2015 da David Liberman e Sammy Rubin, ha il suo quartier generale a New York e sembra probabile che sia questa la ragione per cui ha ricevuto l’endorsement di Donald Trump. I primi video del tycoon sul social media sono incentrati sulle elezioni presidenziali e sul suo principale avversario, Joe Biden. È plausibile che nelle prossime settimane il presidente intensificherà la sua presenza sul social, affiancandolo a piattaforme come Facebook e Twitter, dov’è piuttosto attivo e seguito.