Il Governo del Regno Unito ha deciso di escludere Huawei dalle forniture per la nuova rete 5G nel Paese dal 31 dicembre. La scelta, formalizzata dal Consiglio di Sicurezza nazionale, rovescia il via libera dato al colosso cinese delle telecomunicazioni nei mesi scorsi da Londra e riallinea Boris Johnson ai voleri degli Usa, a costo di dover affrontare le minacce di ritorsioni commerciali da parte di Pechino. Il primo ministro britannico si è dato comunque ben sette anni di tempo per rimuovere del tutto la presenza dell’azienda di Pechino, accusata dalla rete di telecomunicazioni di Londra di legami con l’intelligence.
L’annuncio ribalta la decisione su Huawei e sul 5G presa in precedenza dal Regno Unito
Nei mesi scorsi il Governo inglese aveva annunciato la decisione che il Paese avrebbe potuto continuare a servirsi di Huawei per la realizzazione di una parte della rete 5G nel Paese. La decisione era stata annunciata da Johnson precisando però che Huawei sarebbe stata esclusa da qualunque ruolo nella fornitura di parti sensibili della rete. Con un divieto di coinvolgimento nella componentistica dei server e l’indicazione di un tetto massimo del 35% delle forniture totali del progetto 5G. La mossa ha però creato uno scontro diplomatico con gli americani, che hanno minacciato di interrompere la cooperazione in materia di sicurezza a meno che la Gran Bretagna non avesse scaricato Huawei.
Il commento dell’azienda cinese
Il ripensamento britannico contro la partecipazione di Huawei ai progetti per le reti 5G “è una decisione deludente ed è una cattiva notizia per chiunque abbia un telefono cellulare nel Regno Unito”. Lo afferma Ed Brewster, portavoce di Huawei Uk, condannando l’annuncio del governo di Boris Johnson. È una scelta che “non fa avanzare, ma fa restare indietro il Regno sul fronte tecnologico”, prosegue il portavoce, invitando Johnson a tornare sui suoi passi. L’azienda nega poi che le restrizioni Usa abbiano un impatto “sulla sicurezza dei prodotti” forniti Oltremanica e denuncia come la questione sia stata “politicizzata” da Washington.