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Il volley italiano si unisce nel ricordo della 18enne Mahjabin Hakimi, la giovane pallavolista afghana uccisa dai talebani. Su tutti i campi, dalla massima serie ai campionati regionali e territoriali, gli atleti hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Hakimi.
A deciderlo è stato il presidente della Fipav, Giuseppe Manfredi, in accordo con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. Le squadre hanno osservato il lutto a partire dalla partita di giovedì sera tra Imoco Volley Conegliano e Igor Volley Novara e in tutte le gare del weekend.
La vicenda di Hakimi, benché non ancora del tutto chiara, ha colpito molto profondamente il movimento del volley italiano. “Il mondo intero deve sentirsi in colpa – ha detto Myriam Sylla, capitana della Nazionale di pallavolo femminile campione d’Europa -. Mahjabin poteva essere mia sorella, potevo essere io”.
“Guardatela come se fosse vostra figlia: Mahjabin è stata decapitata, perché hazara e perché giocava a pallavolo senza hijab – ha twittato l’ex c.t. dell’Italvolley Mauro Berruto -. Questo è oggi l’Afghanistan. Abbiamo persone lì che sono cadaveri ambulanti. Fermiamo questo genocidio con i corridoi umanitari o ne saremo responsabili”.
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