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Vannacci insiste: “Egonu è bravissima, ma nei suoi tratti somatici non c’è italianità”

Vannacci attacca poi il Cio sul mancato test del Dna a Imane Khelif: “Sono Olimpiadi in cui si sono fatte prevalere le percezioni sulla realtà”

La nazionale di pallavolo femminile dell’Italia ha compiuto un’impresa straordinaria, vincendo per la prima volta la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il trionfo, nettissimo, è arrivato al termine di una partita contro gli Stati Uniti finita 3 set a 0 (25-18, 25-20, 25-17). Ogni componente della squadra ha dato il suo prezioso contributo, ma la giocatrice che ha segnato il maggior numero di punti, ben 22, è stata la fuoriclasse Paola Egonu, che ha dimostrato ancora una volta di essere nata per giocare a pallavolo.

Agli elogi nei suoi confronti si è unito anche il generale ed europarlamentare della Lega Roberto Vannacci, che in passato era finito al centro delle polemiche a causa di alcune frasi riguardanti proprio i tratti somatici della giocatrice (nata in Italia da genitori di nazionalità nigeriana). Nonostante la felicità per la vittoria, il militare non si è dimostrato pentito per quanto affermato in passato e, anzi, l’ha ribadito con convinzione.

Vannacci: “Mai messa in dubbio la nazionalità di Egonu”

“Sui social mi tirano in ballo dopo la vittoria della nazionale femminile di volley? Devono leggere il mio libro, non ho mai messo in dubbio che Paola Egonu sia una bravissima atleta, italiana”, ha dichiarato Vannacci parlando con i giornalisti dell’agenzia di stampa Adnkronos. “Continuo a ribadire che i suoi tratti somatici non rispecchiano la maggioranza degli italiani, ma non ho mai messo in dubbio la sua nazionalità, la sua bravura. Sono orgoglioso che gareggi per noi”, ha aggiunto.

Vannacci con una maglietta della Lega tra le mani | ANSA/MICHELA MARAVIGLIA – Newsby.it

“Faccio i miei complimenti anche a Ekaterina Antropova, altra atleta i cui tratti somatici non sono propriamente italiani – ha proseguito Vannacci – È un’atleta di origine russa che insieme a Paola Egonu ci ha aiutato a vincere l’oro olimpico. A tutte le nostre ragazze vanno i miei complimenti, la loro è stata una grande prova sportiva. Donne che hanno combattuto contro altre donne”.

La critica del generale al Cio: “Ha fatto prevalere la percezione sulla realtà”

Quest’ultima affermazione del generale apre le porte a un’altra polemica, ossia quella sul sesso biologico della pugile algerina Imane Khelif, argomento sul quale Vannacci non ha esitato a fornire la propria opinione. Nel corso di una puntata della trasmissione Zona Bianca, trasmesse su Rete 4 condotta da Giuseppe Brindisi, ha dichiarato quanto segue: “Io che sono uomo, e non ho nessun problema a dimostrarlo, non avrei alcun problema a sottopormi a qualsiasi test genetico. A qualsiasi test visibile o tattile per dimostrare il mio genere e il mio sesso. Senza alcun problema, ho già fatto la visita di leva 35 anni fa”.

Il generale ha poi affermato di essere pronto a spogliarsi di fronte alla telecamere e di non farlo solo per rispetto nei confronti delle persone presenti in studio. “Posso pensare che il CIO sia altamente politicizzato, magari vuole dare voce a chi pensa che la percezione conti più della realtà. Mi sconvolge che il CIO si sia rifiutato a fare i test genetici del DNA”, ha aggiunto l’europarlamentare.

Ha ribadito la propria posizione anche durante l’intervista concessa ad Adnkronos: “Credo che queste Olimpiadi abbiano dimostrato la politicizzazione del Comitato olimpico. Il problema non è l’attacco alle donne, ma fare tutti gli esami necessari per capire chi è donna e chi non lo è. Questo il Cio si è rifiutato di farlo, non sono stati fatti test genetici. Quindi ci sono state competizioni, peraltro in sport da combattimento, in cui oltre alla imparità della prova si è aggiunto anche il rischio di procurare lesioni irrimediabili all’avversario. Sono Olimpiadi in cui si tende a far prevalere la percezione sulla realtà”.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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