Antonio Conte torna a parlare in conferenza stampa con il Tottenham dopo l’eliminazione dalla Champions League: il suo messaggio è chiaro.
Il Tottenham non è andato oltre lo 0-0 in casa contro il Milan nella gara di ritorno degli ottavi di Champions League. Ciò ha fatto sì che gli Spurs venissero eliminati dalla competizione. Oggi, in conferenza stampa, ha allora parlato di quanto accaduto proprio Antonio Conte. Mettendo in chiaro la sua posizione nel presente e anche e soprattutto per il futuro. Non è neanche mancato il riferimento a quanto detto da Richarlison subito dopo l’eliminazione di mercoledì sera.
Il Tottenham di Antonio Conte, dopo aver perso la gara di andata degli ottavi di Champions League a San Siro contro il Milan, non è andato in casa al ritorno oltre lo 0-0. Un pareggio ha significato per il club inglese l’eliminazione dalla competizione europea.
Alla vigilia del match di Premier League da giocare contro il Nottingham Forrest, che si giocherà domani alle ore 16:00, lo stesso Conte ha parlato in conferenza stampa di quanto successo. Ma anche e soprattutto delle intenzioni per il futuro. Le sue parole.
Antonio Conte, tornato in conferenza stampa dopo l’eliminazione del Tottenham in Champions League contro il Milan, ha messo subito in chiaro le cose: “Se mi chiedete se sono pronto a morire per questo club da qui a fine stagione sì. Non sono così stupido da suicidarmi. Col club abbiamo firmato un contratto di un anno e mezzo, un contratto insolito, solitamente uno firma per tre anni ma questa soluzione andava a entrambe le parti la possibilità di valutare la situazione”.
“Da un lato il club – afferma – poteva conoscere la mia personalità e le mie capacità come allenatore. Dall’altro lo stesso valeva per me: mi serviva a capire se eravamo sulla stessa onda. Ora, dopo un anno e mezzo, la società conosce me e io conosco la società e la situazione è chiara. Chiudiamo la stagione e vedremo“.
E poi ha continuato a spiegare: “Il club sa benissimo come la penso e da qui a fine stagione sono pronto a morire per questo club. Se però devo diventare io il capro espiatorio no, non ci sto. C’è bisogno di tempo e pazienza, ma vedo che l’ambiente non ha pazienza o forse non vuole capire la realtà. Ma noi non facciamo miracoli, per cui vedremo cosa succederà in futuro”.
“Ai miei giocatori – ha concluso il tecnico – ripeto che se vogliamo costruire qualcosa di importante, lottare per essere competitivi e vincere un trofeo, dobbiamo parlare col noi”. “Richarlison? Non mi ha criticato, ha detto che la sua stagione è stata una m***a e ha ragione, perché ha avuto tanti infortuni. Ha iniziato bene con noi, poi si è fatto male, è andato ai Mondiali, si è fatto male di nuovo, è tornato ed è stato un mese fuori. Ha capito e si è scusato. Il che è bello perché ho avuto ancora una volta la possibilità di mettere in chiaro quello che deve essere lo spirito di squadra”.
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