Breve recap della tappa di ieri: la Sunweb (voto 10) fa parte di quel terzetto di squadre che insieme alla Bora e alla Bahrain ha saputo speziare un tantino una pietanza – il Tour de France 2020 – resa a tratti stoppacciosa dalla tirannia della Jumbo-Visma. Søren Kragh Andersen (voto 10 ma per 2, vista la doppietta), si è consacrato egregio cacciatore di tappe. E’ il classico cagnaccio forte sul passo, in grado come pochi altri di cogliere l’attimo più opportuno per salutare la ciurma. Di nuovo ha saputo finalizzare il lavoro della sua squadra, partita per giocarsi all’occorrenza anche le proprie carte in caso di volata.
La Grande Boucle oggi vivrà l’ultimo dei suoi frangenti veramente topici. Lo scosceso arrivo a La Plance des Belles Filles, nel cuore della catena dei Vosgi, a noi italiani evoca gradevolissimi ricordi. Nel fatato 2014, Vincenzo Nibali piazzò lì la seconda zampata che lo portò due settimane dopo in giallo a Parigi. Nel 2017 Fabio Aru si sbranò letteralmente l’asfalto, nell’ultima vera fiammata vincente della sua carriera prima del grande baratro. Domani sarà una giornata particolare, tutta da gustare, con diversi testa a testa a vari livelli.
Tour de France nella saccoccia di Primoz
Primoz Roglic (10 di nuovo) il Tour lo ha in saccoccia, ma sa che il giovane connazionale Tadej Pogacar a crono è tutt’altro che fermo. Anzi, in una circostanza è stato anche in grado di batterlo. Per tale motivo i 7-8 km finali dei 36 e passa in programma decideranno tutto. Da pronostico, il capitano della Jumbo non ha nulla da temere, visto che da anni da solo contro le lancette fa faville. Però può bastare un po’ di impasse sulla pettata finale, oppure un guaio meccanico prima, che ogni gioco andrà a riaprirsi: la cronometro di oggi va seguita attentamente. Altri due litiganti saranno Lopez e Porte (voto 8, meriterebbero il podio entrambi). L’australiano in questo Tour ha mostrato ciò che tutti si attendevano da lui da almeno un quinquennio: recuperare sul colombiano non sarà facile, ma ha le carte per farlo. Lopez, invece, una tappa l’ha vinta già: potrebbe partire piano per poi dare tutto proprio quando la strada salirà.
Altra sfida, dal sapore romantico, sarà quella tra Valverde e Caruso per entrare in top ten. Chi avrà più forze tra i due prevarrà, considerando che a separarli ci sono soltanto 19 secondi. A proposito di duelli: si è con ogni probabilità concluso quello per la maglia verde: dopo sette vittorie, Peter Sagan (voto 4 per le tattiche, 8 per il coraggio, quindi 6) quest’anno lascerà lo scettro a Sam Bennett (voto 8). L’irlandese era arrivato per essere il sultano delle volate: di tappa ne ha sgraffignata solo una, ma la classifica a punti è una succosa ricompensa. Chapeau.