Il primo blitz sulle Alpi del Tour de France qualche sentenza “slim” già ce l’ha data. Innanzitutto ha messo fine alla colossale bluffata di Primoz Roglic (voto 9). Il dominus dell’ultima Vuelta di Spagna, dopo il capitombolo al Giro del Delfinato, per una settimana ha dato vita a una pantomima che la metà basta. “Non so se andrò al Tour”. “Pensavo di stare meglio”. “Deciderò solo il giorno prima”. Addirittura il suo entourage ha lasciato intendere che fosse pronto a virare sul Giro d’Italia. Un bluff da pokerista consumato. Anche la pretattica è un talento: oggi sul traguardo di Orcieres-Merlette ha dominato con la pipa in bocca. Lui c’è, e la sua Jumbo-Visma (voto 10) c’è più di lui.
Tra i fidi scudieri dello sloveno, medaglia al valor sportivo va a Wout Van Aert (voto 10: questo domina le classiche, sfreccia negli sprint, tiene ritmi forsennati da gregario in salita. Che razza di corridore è?) e a Sepp Kuss (voto 8, scorta certa di Roglic sulle grandi salite). Quindi riallacciamo insieme i concetti: l’ex saltatore con gli sci è il grande favorito di questo Tour, ha una squadra tremendamente forte, e alla Vuelta un anno fa ha dimostrato di essere giunto a definitiva maturazione. Giochi chiusi quindi? Chiaro che no. Un anno fa, al Giro d’Italia, Roglic chiese troppo a sé stesso nelle prime frazioni. Nel finale della corsa rosa, a corto di birra, finì col marcarsi a uomo metro dopo metro con Nibali, e tra i due litiganti a godere fu Carapaz. Questo per dire: tenere questa forma stellare per tre settimane non sarà facile. E da sorvegliare non c’è solo Bernal (voto 5,5 ieri, ma non era il suo arrivo), perché di terzi incomodi potenziali la Grande Boucle quest’anno è zeppa.
Il vero rivale di Roglic al Tour de France
E qui scatta la seconda pulce nell’orecchio arrivataci dalla tappa di ieri. E se battesse sempre bandiera slovena il vero rivale per la maglia gialla di Roglic? Tadej Pogacar (voto 9) pedala che è un amore, è stato l’ultimo a cedere al vincitore ieri, e pare avere margine. La tenuta sulle tre settimane è comprovata: il ventunenne della UAE ha già un podio nel palmarès, il terzo posto proprio nella Vuelta tiranneggiata da Roglic nel settembre 2019. Sarà un cliente ostico per tutti. Al pari di Guillaume Martin della Cofidis (voto 8, ha stoffa e estro, ci farà divertire), Miguel Angel Lopez (voto 7, sulle ascese più impervie ci proverà), Thibaut Pinot (voto 7: la caduta di Nizza è solo un ricordaccio). E Nairo Quintana (voto 7,5): il colombiano vincitore del Giro d’Italia 2014 pare rinfrancato dopo il passaggio all’Arkea. Sgambetta come ai bei tempi, e senza strafare ieri si è piazzato quarto.
Lo sconfitto del giorno è Alaphilippe (voto 6 meno, ma solo perché è rimasto in giallo). Un arrivo così era perfetto per D’Artagnan: negli ultimi 700-800 metri, invece, non ne aveva proprio più. Resterà nel vivo della Grande Boucle, con la sua fantasia seconda a nessuno. Forse però per il podio non c’è trippa per gatti. Appannato Carapaz (voto 5), che nel finale ha ceduto svariati secondi. Gerarchie chiarissime, quindi, in casa Ineos: tutti correranno per Bernal. In casa Italia, stoico Pozzovivo: il veterano ammaccato è arrivato a poco più di un minuto dal vincitore. Chapeau. Domani 183 km da Gap a Privas: tappa con due-tre cavalcavia e finale leggermente in falsopiano. Sarà volata, con Ewan e Bennett strafavoriti. Una coda dell’occhio su Nizzolo però andrebbe tenuta.