Altro sprint, altro numero da circo per Caleb Ewan (voto 9, come le tappe vinte nei grandi giri: 5 al Tour de France, 3 al Giro e una alla Vuelta). L’australiano, entrato nel gotha dei velocisti da almeno un quadriennio, se non è il più forte in assoluto al momento ci va molto vicino. Di certo è il re dei funamboli: a 250 metri dal traguardo era in 15esima posizione, praticamente spacciato. Nessuno come lui smorza sorrisi sui volti degli avversari, i quali si trovano sfilata da sotto il naso il più delle volte una vittoria che credevano loro.
Altro che colpo di reni, lui i reni ieri li ha buttati oltre la ruota anteriore, per “vendicare” il colpo del ko di Sam Bennett (voto 7) di martedì. All’irlandese e al suo team non è riuscito il treno bis: pur senza Morkov a lanciarlo, la sua è stata comunque fior di volata. Al pari di quella di Wout Van Aert (voto 9: senza le fatiche del week end nei polpacci, e magari senza la bottarella di Sagan in fase di lancio, avrebbe vinto con la pipa in bocca).
Veniamo appunto a Peter Sagan (voto 5: sarebbe da 3 per l’incornata a Van Aert, da 7 per il cuore, l’estro e la cazzimma, che non gli difettano mai). Il declassamento all’85esima posizione annunciato dagli speaker è stato musica per le orecchie degli altri pretendenti alla maglia verde. Il pluri-iridato slovacco è stizzito, quasi frustrato: si danna l’anima per vincere, ma gli altri ne hanno di più. E le 68 lunghezze da recuperare da Bennett per la graduatoria a punti iniziano a diventare un grattacapo, per lui che in sette anni di grattacapi sulla maglia verde non ne ha mai avuti. Per raddrizzare la faccenda, ci vorrà l’ingresso in qualche fuga questa settimana. Una cosa è certa: quando c’è da dare spettacolo, non è mai avaro. La stizza se ne andrà.
Rimanendo in tema di spettacolo, ieri la Tirreno-Adriatico ne ha regalato assai di più del Tour de France. Scintillante l’arrivo di Saturnia, con l’ascesa spacca-tibie nella frazioncina di Poggio Murella sul muro del Pirata, un irto serpentone (con tratti in cemento e non in asfalto) che presenta punte del 23% di pendenza. Marco Pantani negli anni ’90 passò a Saturnia alcuni periodi di riabilitazione dai suoi svariati infortuni, e si innamorò di quella pettata di 3,5 km, come più volte ha ricordato il mancianese Max Lelli, suo contemporaneo in gruppo. Ieri il primo a passare dinanzi alla stele del Pirata è stato Michael Woods, canadese attempatello, autore di un numero di alta scuola. Segnaliamo alla corsa dei due mari il calvario di Chris Froome (voto 4), in difficoltà persino sugli insignificanti su e giù tra le colline maremmane: altro che Tour, il britannico è la controfigura di sé stesso.
Oggi alla Grande Boucle tappa mossa con un lungo filotto di Gpm di terza categoria: giornata ad hoc per temerari da fuga. Roglic (voto 9) avrà tutto l’interesse a lasciar partire un drappello di cacciatori di tappe, per poi congelare l’andatura: per i big, domani, di terreno fertile non ce n’è, anche se il traguardo è in cima uno strappetto che ingolosirà qualcuno.
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